Ha 42 anni, è torinese, ogni mattina cambia sei mezzi pubblici per arrivare al posto di lavoro.
Caterina Raimondi, psicologa, è la responsabile del Gap (Ambulatorio contro il gioco d’azzardo e le dipendenze) dell’Asl, con sede a Trecate.
Un lavoro delicato che si è ulteriormente complicato negli ultimi anni quando i pazienti di Caterina sono cresciuti numericamente in modo esponenziale: “La formazione del personale per poter ricoprire questo ruolo arriva direttamente dal Dipartimento politiche antidroga. Anch’io ho seguito questo percorso ed ora sono formatrice nazionale degli operatori per il gioco d’azzardo. Ci siamo avvalsi, per mettere in piedi questo ambulatorio, anche di matematici e fisici che ci hanno fornito supporto per le leggi probabilistiche e matematiche”.
L’ambulatorio ha aperto nel 2008 con 16 pazienti: oggi sono 332, con 5 nuovi casi a settimana.
“In gran parte sono uomini, 80,2%, mentre il 19,8% sono donne. Ma questi sono solo quelli che vengono da noi a farsi curare; ce ne sono molti altri che invece preferiscono rimanere nascosti senza riconoscere di avere un problema piuttosto serio”.
L’ambulatorio di cui Caterina è responsabile svolge, oltre al lavoro di ascolto e di recupero, anche un’opera di sensibilizzazione nei confronti delle fasce più deboli coinvolte dal vizio del gioco: “Anziani e giovani, coloro che non hanno un lavoro o che l’hanno perso, anche solo per pensionamento, e che si trovavo ad avere meno occasioni di socialità rispetto a prima: sono coloro che si buttano nel gioco come valvola di sfogo. Le donne con i gratta e vinci e il bingo, i giovani con il poker online”.
Caterina racconta di una paziente, una ragazza con un buon lavoro, un fidanzato, tanti amici: “Una vita completa, ma solo in apparenza: è riuscita a giocarsi tutto, anche l’appartamento che le avevano acquistato i suoi genitori. E’ così: chi gioca pensa di riscattarsi al giro successivo, andando avanti, riprovandoci continuamente… Ma finisce sempre con perdite pesanti”. C’è chi gioca come via di fuga, chi inizia per tentare il colpo, chi per noia: “Poi però diventa un vizio”.
La psicologa esce di casa all’alba, ma dopo ore e ore di lavoro, non si ferma: “La corsa, il tennis e l’aerobica mi aiutano a concludere bene la mia giornata, nonostante il tempo sia sempre poco”.