In principio era la Giunta Giordano innamorata di un megaprogetto di sviluppo logistico ad Agognate, un milione e passa di metri quadrati, un investimento di natura quasi ideologica oltre che finanziaria e produttiva, per il lavoro che a Novara manca. Un’intesa che sembrava quasi cosa fatta con l’impresa Vailog di Fabrizio Bertola, imprenditore di primo piano nel campo dei “facilitatori” della logistica.
Contro questa scelta si formava un vasto schieramento ambientalista ed ecologista: da Italia Nostra al Fai, dal WWF all’Arci, passando perfino per la Coldiretti e da un documento critico della Pastorale Sociale del Lavoro della Diocesi di Novara.
A cavalcare l’ondata ecologistica interveniva il Pd allora guidato in Consiglio Comunale da Augusto Ferrari che esprimeva una forte opposizione in convegni pubblici e in Consiglio Comunale, Ferrari poi nei giorni più duri dello scontro all’interno del Pd su Agognate Si o Agognate No sarà ormai in Regione a fare l’Assessore.
Dopo la vittoria di Andrea Ballarè sarà il centrosinistra a buttarsi a pesce sull’opzione di Agognate, dimenticando le remore precedenti, e allora ci sarà la raccolta di firme, ben 5.000 cittadini, promossa da ReteTerra di Alberto Pacelli, eterna spina nel fianco della sinistra di governo novarese, che ricorderà con legittimo orgoglio questo successo di popolo perfino davanti allo Zagrelbeski venuto al Broletto ad aprire la campagna per il No referendario alle riforme renziane.
Su Agognate il Pd si spaccherà con Sel, Sel si spaccherà anche su questo e infine il Pd si spaccherà in Consiglio Comunale: anche l’opposizione ad Agognate , sia pure ridimensionata rispetto al progetto originario giordaniano, porterà ben quattro consiglieri a lasciare il Pd, a votare contro il Bilancio consultivo, a rompere anche a livello personale con il Sindaco Pd e a fondare insieme ad altri esponenti della sinistra novarese una lista, quella per Rodini Sindaco, che del No ad Agognate farà uno dei suoi cavali di battaglia.
Anche i neonati 5 Stelle sposano subito, secondo la loro spiccata sensibilità ambientalista la causa del No Agognate, invocando per qualche tempo un referendum comunale, previsto dallo Statuto ma per il quale non esiste ancora un regolamento attuativo.
Il nuovo uomo della Lega, Alessandro Canelli, da Candidato Sindaco capisce l’importanza elettorale di abbandonare la posizione di Giordano e di accarezzare l’opposizione interna alla sinistra a Ballarè sulla questione Agognate, cosa che gli frutterà consensi imprevisti ed aggiuntivi nelle urne.
Con la vittoria di Canelli su Agognate sembra calare definitivamente il sipario: l’insediamento di Amazon si farà alla fine a Vercelli, lo stesso Bertola afferma di aver perduto troppo tempo e denaro con Novara e anche Canelli ormai Sindaco si dichiara estraneo a progetti sull’area.
Un anno dopo, come la Fenice dalle ceneri, l’insediamento Vailog risorge, anche se più ridotto, Canelli lo fa proprio, ne parla come un successo che darà a Novara 200 posti di lavoro, nega di essersi mai opposto, il Comune guadagnerà un milione e 300 mila euro di oneri di urbanizzazione, denaro fresco nelle casse sempre assetate del Comune di Novara.
Il Pd, ormai, all’opposizione, vota a favore, per coerenza dice, alla variante del Piano Regolatore per Agognate. L’opposizione della società civile è ormai flebile, stanca, spossata, la sua critica si sente ancora ma è una voce inascoltata.
Pier Luigi Tolardo