Al Faraggiana vanno in scena la vita, la crisi, l’addio. Stasera lo spettacolo «Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni» ispirato al romanzo «L’esattore» di Markaris, storia di quattro pensionate greche che scelgono il suicidio per non sentirsi un peso per la società
Una riflessione sul dramma del suicidio e al tempo stesso un grido di denuncia verso i dolori che nascono dalla crisi economica. E’ quanto fa da sfondo alle spettacolo «Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni», in scena stasera alle 21 al teatro Faraggiana di Novara, nel cartellone di prosa. Biglietti da 15 e 20 euro.
Un grido di dolore che parte dall’immagine contenuta nelle prime pagine del romanzo «L’esattore» dello scrittore greco Petros Markaris, scritto nel 2011: la storia di quattro pensionate greche che scelgono il suicidio per non sentirsi di peso per la società, ponendosi alcune domande: «Chi verrà al mio funerale? Ci mi sistemerà quando sarà morto?». Sono le stesse domande, senza risposta, che riecheggeranno stasera sul palco di Novara, proposte da Daria Deflorian e Antonio Taglierini, con Monica Piseddu e Francesco Alberici. Ognuno racconterà le proprie storie, fra il lavoro che non c’è e la difficoltà di pagare il condomini. Se le anziane greche del libro hanno saputo dire il loro «no», anche gli artisti ci provano: entrando in scena e dicendo di non voler fare lo spettacolo. Ognuno racconterà le proprie storie, fra il lavoro che non c’è e la difficoltà di pagare il condominio, e ci sarà poi un improvviso litigio in scena che diverrà un’immagine chiara della crisi. Il suicidio, in pratica, non viene presentato come un gesto esistenziale quanto piuttosto come atto politico estremo.