NOVARA – PRO VERCELLI 0-1 Marcatore 57′ Morra
LA PARTITA
La Pro Vercelli ha giocato e meritatamente vinto, persino con qualche piccolo rimpianto. Il Novara, oramai in evidente sofferenza casalinga, dopo aver vivacchiato nel primo tempo è apparso quasi smarrito nella ripresa, e dopo il goal di Morra, questa volta non è riuscito neppure a sporcare i guanti di Marconi, in un finale più che altro confuso. Le premesse c’erano tutte: uno stadio finalmente colorato e vociante, una classifica tranquillizzante, un avversario quasi all’ultima spiaggia. Ma come al solito il derby azzera tutto e fin dall’inizio i 10 punti di differenza non si sono visti, con una Pro che mister Grassadonia, schiera volutamente propositiva, rimediando alle molte assenze difensive con un 4-3-3 decisamente a trazione anteriore. Gli azzurri sempre uguali a se stessi, replicano provando a controllare la gara con il consueto 3-5-2. Nel primo tempo l’unico vero pericolo lo crea Vives, con un lancio millimetrico per Firenze, il quale calcia anche discretamente, trovando sulla sua strada un attentissimo Montipò. Nell’intervallo il popolo novarese non è troppo preoccupato, visti gli incoraggianti secondi tempi che hanno elevato gli azzurri a squadra più efficace del campionato, nell’ultima mezz’ora di partita. Succede invece che sono i bianchi ad uscire dai blocchi più concentrati e dopo una sterile pressione, trovare il vantaggio già al 56′. Ghiglione riparte da destra e quasi dalla trequarti, lascia partire un gran cross ad aggirare che coglie alla perfezione dentro l’area lo stacco di Morra. Il centravanti sorprende alle spalle Golubovic ed in assoluta libertà indirizza la sfera sotto lo incrocio, dove il pur bravo Montipò non può arrivare. La rete shocca gli azzurri che stentano a reagire, così sono ancora i bianchi a sfiorare il raddoppio, prima con una palla sporca salvata sulla linea da Chiosa e poi con Montipò che con un riflesso miracoloso nega il raddoppio a Castiglia, dopo che il subentrato Bifulco aveva messo a sedere Calderoni guadagnando la linea di fondo. Gli azzurri, smarriti ed in balia degli eventi, nel quarto d’ora finale provano un timido forcing spinto più dall’inerzia provocata dall’arretramento vercellese, visto il passaggio di Grassadonia ad un più guardingo 3-5-2. Ci sono tante palle buttate dentro a casaccio ed anche qualche discreto cross, ma per i difensori centrali bicciolani non è troppo difficile vincere i duelli aerei, anche se l’unica vera occasione azzurra capita sulla testa di Chiosa e Macheda, con l’ex Manchester che probabilmente sfiora la sfera, ma non basta per trovare la porta ed un pareggio che onestamente, sarebbe stato fin troppo generoso. Dopo 17 anni di attesa (ultima vittoria a Novara in C2 datata 5 novembre 2000) le bianche casacche riassaporano un successo che potrebbe valere la svolta e che salva la panchina di Grassadonia, e come contraltare spezza in parte l’idillio che Corini aveva meticolosamente saputo coltivare con la tifoseria azzurra.
IL TABELLINO
NOVARA: 1 Montipò, 4 Mantovani (vK), 5 Casarini (K) (9 Sciaudone 75′), 8 Chiosa, 11 Di Mariano, 15 Da Cruz, 21 Orlandi, 23 Moscati (26 Chajia 63′), 24 Dickmann (10 Macheda 71′), 27 Calderoni, 31 Golubovic – A disposizione: 12 Farelli, 22 Benedettini, 3 Del Fabro, 14 Beye, 16 Schiavi, 17 Armeno, 20 Ronaldo – Allenatore: Corini
PRO VERCELLI: 32 Marcone, 3 Mammarella (K), 5 Vives, 7 Raicevic (16 Bifulco 66′), 8 Altobelli, 9 Morra (29 Polidori 83′), 10 Castiglia, 13 Legati (vK), 18 Ghiglione, 23 Firenze (2 Berra 74′), 27 Bergamelli – A disposizione: 1 Nobile, 4 Rocca, 20 Barlocco, 22 Gilardi, 24 Pugliese, 25 Grossi, 26 Della Morte, 30 Germano, 33 Bruno – Allenatore: Grassadonia Arbitro: Sig. Jean Luca Sacchi di Macerata – Assistenti: Sigg. Christian Rossi di La Spezia e Andrea Tardino di Milano – Quarto ufficiale: Sig. Davide Miele di Torino Marcatori: 57′ Morra Calci d’angolo: Novara 8 – Pro Vercelli 1 – Ammoniti: 90′ Mammarella (P) Minuti di recupero: 0′ pt; 4′ st – Spettatori 5333; abbonati 2634; paganti 2699
CHI NON C’E’ HA SEMPRE TORTO
Dopo una settimana di passione che ha visto il clima derby permeare le città e le provincia; dopo la preparazione meticolosa e partecipata della tifoseria, che ha portato i ragazzi della curva ad organizzare una serie di iniziative, a partire dalla suggestiva “torciata” di venerdì sera a Novarello, proseguendo con la coreografia pensata, realizzata e messa in opera ad inizio partita, si è arrivati al fischio d’inizio con quasi 2700 paganti, che con la quota abbonati portano il totale a sfiorare 5400 spettatori. Numeri che di questi tempi non sono affato disprezzabili. Che peccato che la squadra azzurra non sia venuta all’appuntamento, ci sarebbe stato da divertirsi. Chi non c’è ha sempre torto, nel caso specifico è semplicemente imperdonabile, perchè dilapidare un entusiasmo simile è un danno che va ben al di la della questione prettamente sportiva. Seminare e non raccogliere è persino più dannoso, perchè la delusione è forse più difficile da cicatrizzare rispetto anche all’indifferenza.
QUELLE PORTE “CHOOSE”…
Quando ad inizio settimana abbiamo letto il programma allenamenti degli azzurri, siamo rimasti un po’ sorpresi nell’apprendere che Corini avesse scelto di preparare la partita dell’anno, praticamente a porte serrate. Sorpresi ma non necessariamente in negativo, ipotizzando che alla base ci fosse innanzitutto la voglia di non lasciare nulla di intentato, ma più ancora, speravamo che Corini avesse in mente di studiare qualche cosa ad hoc, che sorprendesse le bianche casacche, provando subito ad indirizzare il match, cosa ancora mai riuscita in casa in questa stagione. Pensavamo a dei test segretissimi tesi al definitivo lancio di Maniero; ipotizzavamo soluzioni tattiche che provassero a scombinare le logiche, con qualche jolly fra le linee (Chajia? Sciaudone?) o addirittura un “finto nueve” che facesse uscire i centrali difensivi per colpire la Pro con gli inserimenti dei centrocampisti; e perchè no, immaginavamo la reiterate prove di schemi da palla inattiva, per determinare magari da calcio d’angolo, attraverso una combinazione preparata proprio grazie al “chiuso” della cittadella azzurra di Novarello. Quando abbiamo letto la formazione, con la conferma dello stesso modulo e degli stessi uomini, ci siamo chiesti le motivazioni di cotanta segretezza, dopo una settimana di allenamenti blindati che alla fine avevano portato a soluzioni non certamente sorprendenti. Più che porte “chiuse” quelle di Eugenio Corini, sono sembrate più che altro “choose” parafrasando l’infelice frase dell’ex ministro Fornero nei confronti della poca fantasia e solerzia palesata (secondo lei) dai giovani italiani. Della serie, quando l’elefante partorisce il classico topolino.
CASA AMARISSIMA CASA
Sei partite casalinghe: 4 sconfitte, 0 pareggi, 2 vittorie, con sole 6 reti fatte e 8 subite. Il problema c’è e si vede, anche perchè tolta la bella e meritata vittoria contro il Frosinone ed i 3 punti contro il Cittadella, venuti dalla giocata a tempo scaduto di Checco Di Mariano, il resto è del tutto rivedibile. Pur confermando una certa solidità difensiva, gli azzurri al Piola non sanno costruire efficacemente e soprattutto finalizzare. Nella partita contro la Pro, è poi emersa una chiara discrasia, fra la ricerca dell’ampiezza sulle fasce e la naturale propensione a cercare i cross passando da Calderoni e Dickmann, andando a cercare la testa di qualcuno che proprio non c’è. Visto che Maniero è ancora ai box, ci domandiamo quanto sia ancora logico, soprattutto nelle partite casalinghe con le difese avversarie quasi sempre ben piazzate, la ricerca del gioco aereo, avendo attaccanti dalle caratteristiche non precisamente idonee a finalizzare le palle alte.
CERCASI MANIERO DISPERATAMENTE
Le parole di Eugenio Corini della scorsa settimana, ci sembravano il preludio del ritorno di Riccardo Maniero, l’attaccante centrale che contro la Pro è diventato il fantasma più rimpianto di tutti. L’ex barese però non è neppure andato in panchina, ed ogni volta che si torna sull’argomento, sembra di ascoltare le “supercazzole” di cui fu straordinario interprete il conte Mascetti, magnificamente impersonificato da Ugo Tognazzi. Come sta davvero Maniero? Quando tornerà in gruppo e sarà realmente disponibile? Nella settimana che porterà alla trasferta di Terni (campo tradizionalmente proibitivo) se gli allenamenti saranno visibili, scopriremo se l’attaccante napoletano è davvero in rampa di lancio, oppure il mistero del bomber fantasma continuerà. Come continuerà il mistero di una squadra che paradossalmente, senza un vero cannoniere d’area, in trasferta ha saputo costruire le poche certezze di un campionato davvero difficile da interpretare. Se infatti senza un centravanti vero, la versione casalinga degli azzurri ha spesso masticato amaro (nel derby in particolare), non altrettanto è accaduto in trasferta, dove Corini può sfruttare in contropiede la velocità dei suoi ragazzini. Cercasi Maniero disperatamente dall’agosto scorso certo, ma forse si può persino aspettare un’altra settimana, quando di ritorno da Terni, sabato 18 novembre al Piola, arriverà proprio il “suo” Bari. In ogni caso si tratta di arrivare il meglio possibile al mercato invernale, dove tutti i nodi dovranno necessariamente venire al pettine, perchè se in qualche modo il centravanti non c’è mai stato, neppure è stata trovata una vera alternativa, visto come hanno interpretato il ruolo sino ad ora Macheda e compagni di reparto.