Incontri del terzo tipo? Quasi… specie se si tratta di… cinghiali da 150 chilogrammi di peso ciascuno. E’ successo nella giornata di ieri in zona Cellio, vicino a Borgosesia. Protagonista della disavventura un ciclista che di chilometri ne ha macinati a migliaia. “E’ un percorso che, in allenamento, facciamo spesso – spiega Antonio Piciaccia – Ci trovavamo in frazione Cellio, quando in strada, sono spuntati ben quattro cinghiali. Uno sono riuscito a schivarlo, un altro, invece, ha sbattuto direttamente sulla ruota della mia bicicletta, facendomi rovinare a terra”. Per fortuna, Antonio, in quel momento, indossava un casco e un abbigliamento idoneo ad una bici da corsa: “Ho sbattuto la testa, ma era protetta. E grazie agli indumenti che indossavo, sono riuscito a procurarmi poche escoriazioni”. Insomma, poteva andare peggio, molto peggio… “Io e il mio compagno di squadra eravamo in una zona dove non c’era nemmeno campo – continua Antonio – quindi non è stato facile arrangiarsi”. Alla fine, Antonio è stato portato al Pronto soccorso: “Qui mi hanno prestato tutte le cure del caso (visite, tac, lastre cc). Per fortuna non ho avuto conseguenze pesanti”.
Un po’ di fortuna, ma anche la prontezza di reagire di fronte a quell’incontro nemmeno così inconsueto: sono tanti, infatti, i ciclisti che lamentano timore di fare “brutti” incontri. “Per fortuna personalmente non sono stato attaccato – ci spiega Antonio – Spesso purtroppo succede che i cinghiali inseguano la preda. E’ successo anche ad un mio amico che ha incrociato un cinghiale lungo il percorso di allenamento. L’ha inseguito, ma per fortuna lui era in discesa ed è riuscito, in velocità, ad allontanarsi indenne”. Che i cinghiali siano un problema, è ormai un dato di fatto: tanto per gli agricoltori che si vedono i raccolti devastati, quanto per ciclisti e podisti a cui spesso capita di fare incontri spiacevoli di questo genere.
“Mancano i controlli, mancano barriere, cartelli – spiega Piciaccia – Non è facile trovare segnaletica funzionale, in questi casi. Non sarebbe una soluzione ma certamente servirebbe a destare l’attenzione”
Per Antonio quel percorso era arcinoto: un allenamento di 15-20 ore la settimana e strade che la sua bicicletta conosce come le proprie tasche. “Ma bisogna sempre stare attenti- conclude il ciclista – La scena è stata impressionante. E pensare che, da quella stessa strada, dovrà passare parte del percorso della Gran Fondo a maggio dell’anno prossimo…”.