Caso striscioni, la Questura replica: “Non erano attinenti né autorizzati”, si legge in una nota che tenta di fare chiarezza sulla vicenda, che sta facendo ancora discutere
La Questura di Novara replica alle polemiche sui casi degli striscioni vietati di Ternana e Cesena: “Non erano attinenti agli eventi sportivi e non erano state richieste autorizzazioni”. Questa la nota con cui cerca di fare chiarezza sul perché dei divieti, finiti anche al centro di un’interrogazione parlamentare e di un commento di Cristiano Militello, inviato negli stadi per Striscia la notizia, che aveva gridato “Vergogna”.
“Con riferimento agli ultimi due incontri di calcio casalinghi giocati dal Novara e alle polemiche sollevate in merito ad alcuni striscioni portati al seguito dalle tifoserie ospiti, si ritiene necessario precisare quanto segue – si legge nella nota della Questura – In merito allo striscione dei sostenitori del Cesena per la partita del 30 marzo, che, come si ricorderà, atteneva al ricordo di un tifoso scomparso pochi giorni prima in un incidente sul lavoro, si sottolinea che esso non aveva alcuna attinenza con lo specifico evento sportivo. In particolare, sul punto si evidenzia che il Ministero dell’Interno, a mezzo di apposito organo tecnico, emana direttive uniformi da applicare su tutto il territorio nazionale, rappresentando che il materiale esposto all’interno degli stadi deve rispettare il requisito dell’attinenza con l’evento sportivo. Sul punto si fa presente che le tifoserie che vanno in trasferta hanno l’obbligo di presentare almeno 7 giorni prima della gara una richiesta formale alla Questura quando hanno intenzione di portare al seguito striscioni o bandiere. Successivamente, un apposito organo, il Gruppo Operativo per la Sicurezza (GOS), composto da rappresentanti della Questura, del Comune e dei Vigili del Fuoco ha il compito di esaminare tutte le richieste pervenute, concedendo o negando le autorizzazioni. La Questura di Novara, infatti, in sede di riunione preliminare, precedente all’incontro con il Cesena, non aveva autorizzato l’ingresso allo stadio dello striscione di cui sopra per le motivazioni illustrate, tenuto anche conto che lo stesso si presentava completamente di carta e della lunghezza di oltre 20 metri e non rispettava dunque i requisiti previsti per la certificazione di sicurezza dalla vigente normativa”.
“In secondo luogo, si è parlato erroneamente di “discriminazione arbitraria” – prosegue la Questura, facendo riferimento alle argomentazioni finite al centro di un’interrogazione parlamentare, da parte di un deputato emiliano – con riferimento al ricordo dell’allenatore Emiliano Mondonico ad opera della tifoseria novarese. Infatti, tale ricordo è stato il frutto di un’iniziativa organizzata a livello nazionale dalla Lega Calcio in tutti gli stadi italiani, nei quali si è commemorato l’allenatore scomparso con il minuto di silenzio e con altre iniziative connesse. Infine, in merito allo striscione portato sabato scorso dai tifosi della Ternana, “Spik vive” – conclude la nota – si sottolinea che per lo stesso non era pervenuta alcuna richiesta alla Questura di Novara, e di conseguenza nessuna autorizzazione poteva essere rilasciata”.