Delitto Lagrutta, chiesti 22 anni per Stentardo. Per la Procura l’uomo è il mandante della rapina finita in tragedia. Sentenza a febbraio
Ventidue anni di carcere: questa la richiesta avanzata dall’accusa – in aula il procuratore capo Marilinda Mineccia e il sostituto, titolare del fascicolo, Ciro Caramore – per Salvatore Stentardo, il novarese sessantenne, già in carcere per l’omicidio della pensionata Maria Rosa Milani (avvenuto a Oleggio nel settembre del 2014) ora a processo, davanti alla Corte d’Assise di Novara, per la morte della gioielliera di Ida Lagrutta, titolare della gioielleria Compro Oro di Corso Risorgimento. Per la Procura l’uomo, accusato di concorso anomalo in omicidio e concorso in rapina, sarebbe il mandante del colpo finito nel sangue la sera del 18 novembre 2011. Quella sera Ida Lagrutta, 45 anni, fu trovata a terra nel retro del negozio, vicino alla cassaforte, in stato di incoscienza, colpita ferocemente al capo. La donna morì una decina di giorni dopo, senza mai aver ripreso conoscenza, nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Novara. Per anni il delitto della gioielliera rimase irrisolto, fino alla svolta quando Stentardo, già in carcere, confessò l’omicidio. Una confessione però poi ritrattata in sede di udienza preliminare. Oggi il difensore, Carla Montarolo del foro di Biella, ha chiesto l’assoluzione. Si torna in aula il prossimo 11 febbraio per eventuali repliche e sentenza.