Discriminazioni, riconoscerle per contrastarle. Presentato un progetto di Enaip per scuole, strutture e associazioni del territorio
“L’idea di questo progetto, che si colloca nell’ambito della legge regionale, nasce dalla considerazione che le discriminazioni esistono, in tutti gli ambienti, e la scelta di indirizzare il progetto al mondo della scuola è dovuto al fatto che lì è possibile intervenire con azioni mirate che hanno un effetto moltiplicatore – ha spiegato Isabella Del Vecchio, referente di Enaip – Si tratta di interventi formativi-informativi per verificare l’esistenza di un fenomeno di discriminazione e di che tipo di discriminazione si tratta. Abbiamo pensato ad un progetto non teorico ma pratico, trasversale ma collocabile nelle specifiche realtà”. Il progetto è stato presentato questa mattina nell’aula consiliare di Palazzo Natta alla presenza della consigliera provinciale delegata Michela Leoni e all’assessore regionale Monica Cerutti. “Non entrerò nel merito del progetto – ha detto quest’ultima – ma vorrei rapidamente collocarlo all’interno di un lavoro più generale che stiamo facendo in Regione. Abbiamo una legge, la numero 5, contro tutte le discriminazioni che si basano, principalmente, sulla provenienza, sull’orientamento sessuale, sul sesso (maschio femmina), età e disabilità e religione; in una parola: tutto ciò che può essere una differenza rispetto all’altro. La rete, costituita dal centro regionale, dai nodi provinciali, come quello di Novara e dalla rete dei punti informativi (a Novara ci sono 14 punti di ascolto), porta avanti sia la possibilità di denunciare ma anche, e soprattutto, evitare le discriminazioni. E il luogo migliore per portare avanti queste istanze è la scuola”. Il progetto, che si rivolge al mondo della scuola ma anche alle strutture socio sanitarie e alle associazioni presenti sul territorio, prevede la realizzazione di interventi di tipo formativo-informativo che mirano a riconoscere, prevenire e contrastare le discriminazioni “consapevoli del fatto che molto spesso le stesse (le discriminazioni, ndr) esistono ma non si vedono”.