Per il primo Gay Pride a Novara del prossimo 26 maggio, il sindaco Canelli ha negato il patrocinio della città, dal PD arriva oggi una dura presa di posizione.
Dopo il no al patrocinio del Gay Pride, il PD attacca:“Canelli non è il Sindaco di tutti!”
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Dopo il diniego al patrocinio del Comune di Novara al primo Gay Pride novarese in programma per il prossimo 26 maggio, le polemiche erano praticamente scontate. Nel dibattito scaturito si inserisce anche il Partito Democratico della Provincia di Novara, che con una nota stampa va decisamente all’attacco del sindaco: “E’ una decisione anacronistica e discriminatoria – scrive il Pd – e bollare l’evento, come “folklore controproducente” è quanto di più svilente e moralista ci si possa aspettare nel 2018”. La frase di Alessandro Canelli, ripresa anche da diversi organi di stampa nazionali, secondo il Pd non svilisce solo la sostanza politica della manifestazione relativamente alle battaglie per i diritti civili dei movimenti coinvolti, ma va in contraddizione con le intenzioni espresse dallo stesso Canelli al momento delle sue elezioni: “appena eletto si è affannato a dichiarare urbi et orbi che sarebbe stato il sindaco di tutti – spiegano i Democratici – alla prova dei fatti si dimostra essere prevedibile e scontato nel ruolo di moralizzatore: mentre la Regione Piemonte e la Provincia di Novara hanno dato il patrocinio e sosterranno l’iniziativa, il Comune di Novara sarà assente dando prova di non rappresentare realmente tutti i novaresi”.
Nella nota stampa il Partito democratico della Provincia di Novara conferma non solo di aver aderito al Gay Pride ma ha anche preannunciato che sfilerà insieme ai tanti che parteciperanno alla giornata di festa per “riaffermare che i diritti, l’autodeterminazione e la non discriminazione vinceranno sempre contro i pregiudizi e il finto moralismo”.
Ai Democratici provinciali, ha subito fatto eco il consigliere regionale Domenico Rossi, se possibile con accenti ancora più critici:”Non è un caso che Salvini guardi al presidente ungherese Orban ed allo steso Putin come modelli e riferimenti politici – attacca l’esponente Pd a Palazzo Lascaris – visto che in Russia è vietato per legge organizzare Gay Pride; dobbiamo alzare lo sguardo e unire i puntini, in che società vogliamo vivere? In una democrazia liberale che ha a cuore le libertà fondamentali, comprese quella sessuale e di espressione o in una società illiberale, così come qualcuno in Europa sta proponendo?”.