“Il primo Dup Canelli l’ha sicuramente mancato. Confidiamo nel secondo”. Andrea Ballarè, capogruppo del Pd in consiglio comunale, interviene sul documento di programmazione, ossia quel documento che dovrebbe contenere le linee strategiche dell’amministrazione al governo.”Canelli parla di logistica (Agognate e Sant’Agabio), baffo ferroviario, banda larga, caserme, cultura (Castello e Cupola), Casa Bossi, macello, teleriscaldamento. Tutti temi ripresi e portati avanti dalla nostra amministrazione, tant’è che non faremo nemmeno emendamenti, perchè su quei temi non possiamo che essere d’accordo visto che noi li abbiamo lasciati in eredità alla città”.
“Nulla di nuovo sotto la Cupola, insomma, se non tanta fuffa e parole al vento per illustrare progetti ancora troppo generici”. E poi Ballarè entra nel dettaglio: “Sulla logistica, il colmo è che l’amministrazione si è beccata un ricorso perchè non ha voluto portare avanti il nostro progetto; con le ferrovie parliamo tutti da 20 anni e sulla banda larga abbiamo fatto lo stesso con altri operatori. Nessuna idea sul futuro delle caserme e del macello, tant’è che il comitato sta già chiedendo conto della fine che farà l’amianto. Canelli aveva promesso di rimuoverlo”. Nulla su grandi temi come il Centro sociale, il vecchio ospedale, gli impianti sportivi…
Del teleriscaldamento parla Rossano Pirovano, consigliere Pd: “Avevamo lasciato il progetto esecutivo approvato, il finanziamento, l’accordo di nove anni con l’azienda Nobel che produce energia elettrica per le fabbriche intorno a Sant’Agabio, ma che avrebbe potuto sostenere il teleriscaldamento fino al PalaIgor. Oggi Canelli parla di un’altra strada che porterebbe ad una diffusione maggiore del teleriscaldamento. Peccato che non si sappia niente di più”. Nessun cenno, nel Dup, alle politiche migratorie e sociali, “o meglio – spiega Elia Impaloni – addirittura scompaiono dal Dup azioni sociali che in realtà si stanno facendo. Mentre per il problema della migrazione, dopo che Canelli ha deciso di rigettare lo Sprar, va a cercare fondi per la mediazione culturale, ammettendo che la questione va affrontata”.