Ci sono ancora 350 persone nel villaggio ex Tav, gestito dalla Cooperativa Emmaus. In quello spazio, gli alloggi non sono più abitati da famiglie in emergenza, forse non lo sono da tempo. Le casette che la società che ha realizzato l’alta velocità ha ceduto, a chiusura lavori, al Comune, erano state pensate come soluzione per affrontare situazioni di emergenza. Stando al regolamento, quegli alloggi potevano ospitare nuclei familiari fino ad un tempo massimo di sei mesi, in attesa di una soluzione più idonea. Peccato che chi è entrato, non ne sia più uscito, tanto che oggi risiedono, in quello spazio, diversi abusivi, persone e famiglie che non hanno diritto di rimanere lì. Dopo l’espulsione dei due sedicenti imam che vivevano alla Tav e che hanno anche fatto dei proseliti con le loro prediche estremiste finalizzate a condannare comportamenti ed azioni dell’Occidente, l’attenzione si mantiene molto alta. “Non c’è una situazione di normalità in quel campo – dice il sindaco Alessandro Canelli – Proseguiamo in queste settimane l’azione di alleggerimento, già intrapresa da chi ci ha preceduto, ma c’è ancora molto da fare. Lo faremo insieme alle forze dell’ordine, tramite i nostri agenti di Polizia Municipale che, per noi, sono un corpo centrale e straegico per la sicurezza del territorio”.
In città, rimangono altri 43 abusivi, dislocati non solo alla Tav ma anche negli alloggi popolari di Novara.