False rapine: finge un’aggressione per nascondere il tentativo di suicidio ai familiari
Racconta di essersi fermato a soccorrere un automobilista in panne, di esser stato aggredito e rapinato, ma in realtà voleva nascondere ai familiari un’amara verità: aveva tentato di suicidarsi. La disperazione ha portato un uomo a sporgere denuncia alla Squadra mobile di Novara, che ha iniziato a indagare sulla vicenda raccogliendo elementi che però portavano molto lontano dalla versione della presunta vittima. Solo una volta messo alle strette ha confessato che si era messo alla guida imbottito di sonniferi e di alcolici, di essersi ritrovato a piedi senza automobile e di non ricordare nulla. Il contesto non gli ha però evitato una denuncia per simulazione di reato.
Stessa sorte è toccata a un altro novarese, che a ottobre aveva denunciato di essere stato aggredito e rapinato da due nigeriani all’uscita dal convento dei frati di San Nazzaro. L’uomo, in realtà, aveva perso tutti i soldi giocando ai videopoker.
“I motivi che spingono queste persone a denunciare falsamente la commissione di fatti di reato sono spesso legati a situazioni di disagio familiare o socio-economico. In altri casi, invece – commenta la Questura – le simulazioni di reato costituiscono il mezzo per commettere ulteriori fattispecie delittuose”.
Ci sono altre due vicende analoghe su cui gli investigatori si sono trovati a lavorare. Quella di un 20enne, che a dicembre si era finto vittima di una rapina, perché era alla disperata ricerca di denaro. L’estate scorsa, ancora, gli agenti della Mobile avevano smascherato un rappresentante di gioielli, che aveva inscenato di essere stato rapinato di un intero campionario da 300.000 euro, probabilmente per tentare di farsi risarcire dall’assicurazione.
“Si sottolinea che tali vicende – commenta la Questura – influiscono negativamente sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini, in quanto si tratta di svariati casi in cui vengono denunciati falsamente reati mai accaduti, fattispecie che spesso destano allarme sociale, come ad esempio le rapine o le aggressioni”.