In Piemonte sono mostruosi i dati relativi al gioco d’azzardo. Nel 2016 i piemontesi alle slot machines e nei vari giochi hanno speso intorno ai 6 miliardi e mezzo di euro. Una spesa pro capite che raggiunge circa gli 850 euro l’anno: quasi il 15% delle spese sostenute dalle famiglie piemontesi per il settore alimentare equivalenti a 521 euro mensili a famiglia, 260 euro per componente (circa 6256 euro l’anno per nucleo famigliare).
“Il gioco d’azzardo sta bruciando l’economia piemontese – tuonano i 5 Stelle di Palazzo Lascaris – Se si considerano i dati forniti dall’Istat sul 2016 si deduce che il 3% del portafoglio familiare piemontese viene bruciato nel ‘tentar la sorte’”.
Non va meglio ai novaresi che spendono per giocare 583.009.122,85 euro di cui 324.643.725,29 euro in slot e vlt (videolottery), per una spesa pro-capite di 878 euro (slot+vlt).
Cifre illustrate al convegno organizzato dalla Società Italiana Tossicodipendenze sul disturbo da gioco d’azzardo.
Sulla legge regionale che ha di fatto limitato in modo importante l’utilizzo delle slot, l’assessore regionale Antonio Saitta sostiene che “si va verso il contrasto alla ludopatia. La legge è nata per supportare le amministrazioni comunali impegnate a limitare la diffusione del gioco d’azzardo patologico. E’ solida ed è applicata sul territorio, se è vero che le ordinanze specifiche emanate dai sindaci con il conforto di quella norma hanno superato tutti i ricorsi presentati”.