NOVARA-FROSINONE 2-1
Marcatori: 51′ Chajia, 66′ aut. Beghetto, 82′ Soddimo
LA PARTITA
Vittoria cercata, voluta e meritata. 80′ minuti di chiara marca azzurra, con un finale in affanno ben oltre i meriti della ex capolista. Novara-Frosinone si è decisa con degli episodi certo, cosa che vale per quasi tutte le partite. Ma gli episodi vanno cercati e sfruttati e il Novara lo ha fatto certamente di più e meglio dei canarini. Una vittoria che paradossalmente Corini costruisce sulle indisponibilità (Dickmann, Casarini, e all’ultimo minuto Maniero), rinunciando al 4-3-3 per un più equilibrato ed efficace 3-5-2. Sorprese più che positive e determinanti, saranno Di Mariano, praticamente più terzino che attaccante e Golubovic in posizione di difensore centrale, di fianco ad un monumentale Mantovani (il migliore in campo) ed al puntualissimo Chiosa; e con Orlandi in cabina di regia a far riposare il confuso Ronaldo visto nel secondo tempo a Foggia. Macheda e Sansone davanti si aiutano, e il loro rendimento è fruttuoso. Soprattutto l’ex della partita, davanti ruota intorno al laziale e fino all’infortunio in chiusura di tempo, gioca una partita convincente. In mezzo Sciaudone impiega un po’ a carburare ma nella ripresa è lucido e concretissimo, mentre Moscati macina chilometri e fa l’uomo ovunque, recitando il ruolo occulto di equilibratore. Così liberato, Andrea Orlandi sciorina calcio ordinato, alternando anche giocate di notevole spessore.
Che le cose funzionino bene si vede fin da subito, la cartina al tornasole la offre la spinta costante a sinistra di Calderoni, in questa stagione mai visto così efficace nella metà campo avversaria, e la disinvoltura nel portare fuori palla e gestire le azioni anche partendo da dietro, soprattutto grazie alle qualità di palleggio confermate da Mantovani, che oltre a difendere e chiudere, sa anche toccare il pallone.
Il primo tempo è solo azzurro, ma il vantaggio non arriva, anche per un paio di buoni interventi dell’ex portiere Francesco Bardi. Ma nella ripresa il meritato premio arriva subito al 6′, quando Chajia subentrato all’acciaccato Sansone, è lesto ad approfittare di una dormita della difesa ciociara, dimostrando oltre al suo straordinario talento, anche quell’utilità alla causa, che potrà diventare sempre più determinante nel corso del campionato. Il raddoppio sembra un regalone di Beghetto, che tocca nella sua porta di testa al 66′, una punizione battuta da Moscati. In realtà è pressato da Chiosa, che avrebbe probabilmente potuto battere Bardi, senza l’intervento del difensore.
Una gara in pieno controllo sul doppio meritato vantaggio, si complica quando Longo inserisce Soddimo, il quale diventa letale nelle battute da corner. I canarini ne infilano 4/5 in serie, con palla calciata forte a giro dentro lo specchio della porta. In uno di questi, Montipò va in presa e poi perde palla goffamente ricadendo nella porta stessa. Mancano 8′ minuti più recupero (4′) e saranno i più lunghi della serata, ma non serviranno a far cambiare opinione, sulla migliore prestazione azzurra vista in questo scorcio di stagione.
IL NOVARA ALL’IMPROVVISO
Dopo oltre tre mesi ed una dozzina di partite; dopo aver annaffiato con cura e speranza una piantina diverse volte apparsa debole e poco radicata, il Novara di Eugenio Corini sboccia venendo alla luce, con tutti gli occhi del campionato addosso, in occasione del posticipo contro l’ex capolista.
Non si sa se questa sia davvero l’idea di calcio che ha in mente il mister, ciò che importa è che questo Novara vince e convince il pubblico, ed un ambiente che dopo il pomeriggio di domenica, ha visto i tifosi azzurri depressi in fondo alla classifica, guardare la passeggiata di salute dei cugini a Perugia. Quando meno te lo aspetti, il Novara all’improvviso!
POCHE COSE SEMPLICI
E’ assolutamente vero che da sola la tattica non può vincere una partita, ma è altrettanto vero che può aiutare molto. Contro il Frosinone ha inciso sicuramente la mentalità e la convinzione con cui gli azzurri sono scesi in campo, ma contano pure gli interpreti, la loro condizione psico fisica e la loro capacità ad interpretare al meglio i compiti che gli sono stati affidati. Lapalissiano che funziona meglio inserire i giocatori, esaltando al meglio le loro caratteristiche. Contro il Frosinone Eugenio Corini ha tutto sommato fatto cose semplici.
Evitare di sostituire Maniero nella posizione di centravanti in un attacco a 3, con un giocatore che non c’è, cosa che aveva funzionato non benissimo sino ad ora. Dare un po’ di pausa a Ronaldo, motivando a dovere il rientrante Orlandi, provando costruire un piano B, dopo le evidenti difficoltà palesate dal brasiliano: è stata cosa buona giusta.
Sfruttare le immense qualità, il carisma e l’esperienza di Mantovani, esaltandola al massimo nella difesa a tre, ha fatto fare un salto di qualità alla fase difensiva, aumentando pure la capacità di gestione palla del reparto arretrato. Ottima l’intuizione di Golubovic come difensore centrale nel 3-5-2, così come sempre più meritata la fiducia riposta dal mister in Francesco Di Mariano, sempre pronto e votato al sacrificio in tutte le posizioni possibili sugli esterni. Poche cose semplici, utili e intelligenti. In attesa di recuperare forze ed energie, soprattutto non prima di avere Maniero al 100%, le cose semplice funzionano meglio, di quelle più difficili.
CHE COLPACCIO QUEL POLPACCIO!
Subito dopo l’allenamento di sabato, ci arriva la notizia che Riccardo Maniero potrebbe non farcela. L’ex del Bari si era già allenato a parte quasi tutta la settimana e nel provare a forzare un po’, il polpaccio colpito a Foggia, si era indurito. Parlando coi colleghi ciociari prima della partita, facciamo presente che il bomber potrebbe saltare e ne cogliamo un compiacimento simile ad una liberazione: “meglio per noi” dicono in coro i laziali… “meglio per noi!” è la nostra replica sardonica, perchè senza Maniero sarà molto più difficile trovare il modo di schierare un 4-3-3, che contro il Frosinone si sarebbe potuto rivelare un azzardo non facilmente sostenibile. Non c’è nessuno che ci può dire come sarebbe andata, ma tutti hanno visto ciò che davvero ha saputo fare la squadra e gli uomini che sono scesi in campo, per cui forse anche grazie al forfait di Maniero, ça va sans dire: “che colpaccio quel polpaccio!”.
UN “GENIO” A TUTTO TONDO
Che fosse intelligente, preparato, affabile e simpatico, lo abbiamo capito quasi subito; col tempo stiamo imparando a conoscere altre sfumature di Eugenio Corini che non conoscevamo, e tutte quante sembrano positive ed arricchenti. Si era intuito ad esempio, che fosse estremamente attento a costruire un rapporto positivo con i tifosi, ciò che non speravamo di vedere, è un mister che arringa la folla, che detta un movimento a Macheda ed una ola alla tribuna, che richiama Di Mariano alla copertura preventiva, mentre sollecita un coro alla curva, che apre un confronto dialettico col quarto uomo, chiedendo agli astanti di sostenergli le tesi.
E’ un Corini “capopopolo” da stropicciarsi gli occhi, che unisce ancora di più l’ambiente alla squadra. Se la cava anche con la dialettica il mister, che sa intuire facilmente cosa è giusto dire ed in che modo far passare i suoi concetti. E’ scaltro l’Eugenio, gli chiedi ragione del cambio modulo e lui ti convince che la tattica non conta, allora già che non conta gli fai capire che sarebbe meglio accantonare per un po’ il 4-3-3, e lui subito difende il suo modulo preferito. Con quegli occhi blu, che tanto piacciono anche al pubblico femminile, può dire tutto e convincerti anche del contrario. E’ proprio un “Genio” a tutto tondo…
TROVATE LE CHIAVI dell’INFERMERIA!
Il Novara arriva al match contro la capolista, senza Dickman e Casarini, con Sansone e Orlandi al primo vero rientro, e poco prima della sfida, come detto, deve rinunciare a Maniero. A pochi minuti dalla fine del primo tempo, si ferma pure Sansone. Tutto bene ciò che finisce bene, ma davvero sarebbe vitale recuperare le forze, non solo perchè certi giocatori, alla lunga, non si possono regalare a nessuno, ma perchè c’è un gruppo di calciatori che sta giocando stabilmente senza pause, da troppe partite.
La notizia che Lorenzo Dickmann abbia lasciato la Nazionale per tornare a Novara e farsi visitare ha molto preoccupato, ma per fortuna gli esami ecografici hanno scongiurato ogni possibile complicazione, e il biondino classe 1997 si è allenato regolarmente. Se è vero, ciò che ha detto Corini nel post gara domenica sera a Radiozzurra, che Casarini avrebbe potuto entrare in campo già nel finale contro il Frosinone, vuol dire che forse non è distante il suo “vero” pieno recupero, anche lui infatti si è regolarmente allenato. I sorrisi di Maniero e Sansone mentre uscivano dal Piola ci hanno però illuso, perchè dagli esami strumentali, pare proprio che per almeno 40 giorni l’ex Sassuolo non sarà disponibile, mentre per “Pippo” Maniero ci vorrà almeno un mesetto. Insomma per Dickmann e persino su Casarini la speranza è viva già per Brescia, ma ne perdiamo subito altri due. Per favore qualcuno ritrovi le chiavi dell’infermeria per il definitivo “liberi tutti!”.