NOVARA-AVELLINO 1-2
Marcatori: 13′ Ardemagni, 32′ Ardemagni, 88′ Maniero
LA PARTITA
Colpiti e affondati nel primo tempo, gli azzurri non sono mai apparsi in grado di mettere in discussione il risultato, in una preoccupante pochezza fisica e tecnica, da cui è difficile salvare pienamente qualche cosa o qualcuno.
La pessima abitudine di cominciare la partita una volta andati sotto, si ripropone pari pari anche contro l’Avellino, questa volta però gli azzurri non hanno neppure avuto il tempo di rialzare la testa, perché il raddoppio di Ardemagni intorno alla mezz’ora, ha praticamente fatto scendere i titoli di coda e nulla è valso il primo goal in azzurro di Ricardo Maniero, giunto praticamente allo scadere.
Non può diventare un alibi, il solito quanto pesante errore arbitrale, vista la posizione di fuorigioco di Ardemagni in occasione del secondo goal che ha chiuso i giochi.
CRONACA e TABELLINO
Il vantaggio iripino arriva dopo il solito nulla iniziale azzurro e questa volta anche la supposta solidità complessiva tutto sommato palesata sino ad ora, viene messa in discussione da chiari ed evitabilissimi errori personali. Il primo di Ronaldo al 13′, un brutto pallone perso banalmente in mezzo, con Molina che può ripartire veloce da sinistra e mettere palla dentro l’area. Chiosa commette l’altra determinante indecisione facendo passare la sfera; Ardemagni alle sue spalle ringrazia e dopo un felice controllo in corsa, tocca d’esterno destro in porta, sulla disperata quanto inutile uscita di Montipò. Il meglio della timida reazione azzurra si riduce in un bel destro non distante all’incrocio, su calcio di punizione battuto da Ronaldo e dirottato bene in corner da Radu al 24′. E’ solo un fuoco di paglia, però, che si spegne al 32′ quando una pallaccia alzata da Kresic trova al limite dell’area la spizzata di testa di Asencio, perfetta per liberare Ardemagni davanti alla porta ed in solitudine trovare l’angolo schiacciando il pallone in porta in mezza girata. Già ci sono dei dubbi sulla posizione di partenza di Asencio, molti meno sul fuorigioco chiaro proprio di Ardemagni al momento del tocco del compagno. Nella ripresa l’abulico e compassato forcin azzurro produce solo qualche mischia e purtroppo solo l’ultima di queste, praticamente allo scadere, si tramuta nella rete dell’illusoria speranza. Siamo all’88’ quando Golubovic rimette in area una palla molle e disperata che usciva dall’area irpina, sul secondo palo Maniero, vince l’ennesimo duello fisico col gigante Migliorini e di testa traduce in rete, schiacciando di testa in porta dopo un rimbalzo perfetto per ingannare Radu. Nel mezzo, una parata di Montipò su Asencio (ancora in sospetta posizione di off-side) solo qualche altra mischie nell’area dei lupi e le espulsioni di Novellino e Da Cruz, ovviamente con esiti e peso estremamente diversi.
NOVARA: 1 Montipò; 27 Calderoni (vK), 2 Troest (K), 8 Chiosa, 31 Golubovic; 23 Moscati, 20 Ronaldo (15 Da Cruz 60′), 9 Sciaudone; 26 Chajia (7 Sansone 80′), 30 Maniero, 11 Di Mariano (10 Macheda 45′) – A disp.: 12 Farelli, 22 Benedettini, 3 Del Fabro, 4 Mantovani, 5 Casarini, 16 Schiavi, 21 Orlandi, 24 Dickmann – All.: Eugenio Corini
AVELLINO: 1 Radu, 5 Kresic, 6 Migliorini, 9 Ardemagni (10 Castaldo 80′), 14 Di Tacchio, 15 Ngawa, 17 Molina, 19 Asencio, 20 Paghera (8 D’Angelo 56′), 27 Laverone (18 Lasik 77′), 29 Rizzato – A disp.: 22 Lezzerini, 2 Pecorini, 3 Marchizza, 4 Moretti, 7 Camara, 13 Falasco, 21 Morosini, 25 Suagher, 26 Bidaoui – All.: Walter Novellino
Arbitro: Sig. Saia di Palermo – Assistenti: Sigg. Colarossi di Roma 2 e Sechi di Sassari
Quarto ufficiale: Sig. Sozza di Seregno – Ammoniti: 12′ Moscati, 12′ Paghera (A), 32′ Ardemagni, 63′ Sciaudone, 69′ Laverone (A), 76′ Molina (A), 90′ Rizzato (A) – Espulsi: 66′ Da Cruz
Calci d’angolo: Novara 6 – Avellino 1 – Minuti di recupero: 1′ pt; 6′ st – Spettatori totali: 3634; abbonati: 2634; paganti: 1000 – note: al 55′ Novellino allontanato dall’area tecnica per proteste
STORIE di LUPI e AGNELLI
Nelle sette sfide precedenti, l’Avellino non aveva mai vinto in Piemonte. Dopo il pareggio per 0-0 del 26 maggio 1974, solo successi azzurri. C’è la vittoria su rigore firmata da Vivian nel 1975. L’anno dopo 2-1 con reti di Piccinetti e Salvioni, mentre in avvio del campionato successivo (in ottobre) rimonta azzurra grazie ad un autogol di Cavasin e alla rete di Salvioni. Poi un salto nel tempo fino ai nostri tempi. Il 25 gennaio 2014 al Piola ancora una rimonta firmata Rigoni e Sansovini dopo la rete proprio di Galabinov. L’anno dopo in febbraio, scoppola azzurra per 4-1 grazie alle reti di Nadarevic e Gonzalez con la doppietta di Evacuo, era il Novara dei “marziani” di mister Baroni. L’ultima sfida nel 2016 è stata invece decisa dalla rete nel finale di Nicolas Viola. Insomma, prima di incrociare il fragile gregge di agnellini condotti alla mattanza da Eugenio Corini; più che lupi, gli irpini sono sembrati docili cagnolini alla mercé dei novaresi.
QUELL’OSSESSIONE CHIAMATA 4-3-3
Il primo fu Mimmo Toscano, poi venne Marco Baroni seguito da Roberto Boscaglia, ed ora è il tempo di Eugenio Corini. Pare proprio che il 4-3-3 a Novara non sia “cosa e buona e giusta” e quindi tutti quanti prima o poi, siano costretti ad abdicare. Chi ha provato a sfidare l’iniziale buona sorte, se n’è poi pentito amaramente. Come dimenticare la tragica stagione della retrocessione, quando dopo la straordinaria cavalcata coronata dalla semifinale play-off nel 2013, mister Aglietti fallì miseramente malgrado le certezze di un contratto pluriennale e la fiducia di cui era circondato.
Sia chiaro, Corini ha espressamente ammesso che il modulo in sé conta relativamente, tanto è vero che lui stesso, ha spesso e volentieri rinunciato ai tre attaccanti. Per altro non credo che il problema di questo Novara siano i tre davanti, perchè con il recupero di Maniero e la graduale maturazione dei giovani esterni d’attacco (ieri ad esempio Da Cruz avrebbe meritato una sculacciata), rendono ancora possibile l’ambizioso progetto tecnico che Corini non ha mai nascosto essere nei suoi pensieri. Il vero limite del 4-3-3 attuale, è la sostenibilità non garantita dal centrocampo. Una valutazione più serena si potrà fare solo al momento dell’effettivo recupero dei giocatori assenti. Fino a quando, soprattutto Casarini e Dickmann non saranno al 100% però, sarebbe il caso di accantonare momentaneamente l’idea, prima che il 4-3-3 diventi una pericolosa ossessione.
NEVER RONNIE ALONE
Il minuto 60′ di Novara-Avellino, potrebbe segnare una svolta decisiva del campionato azzurro. Eugenio Corini infatti, con la sostituzione di Pompeu Ronaldo Da Silva per Alessio Da Cruz, sembra aver dato un segnale al brasiliano, ma anche a se stesso e agli altri; il pallino del centrocampo in un vertice a tre, non ha più un padrone. Siccome un play con le caratteristiche tecniche utili a rivestire quel ruolo, di fatto il Novara non ce l’ha, bisogna fare di necessità virtù, ipotizzando fin da subito soluzioni diverse. Ronnie anche contro l’Avellino ha dimostrato ancora una volta la sua facilità di calcio, e solo una grande parata di Radu, gli ha tolto la gioia del goal su punizione, già sfiorato a La Spezia e negato dalla traversa contro il Parma, ma al di la di qualche buon cambio di lato, il resto del repertorio non è solo deludente, ma addirittura deleterio. La sufficienza con cui gestisce il fraseggio corto, il ritmo decisamente compassato e soprattutto la propensione a perdere palloni pericolosissimi quando è attaccato, ci restituiscono un quadro sufficientemente esauriente della situazione. Ronaldo al momento non può sostenere tutto il peso del gioco, va affiancato ed aiutato anche distribuendo parte dell’impostazione di base, soprattutto nella protezione davanti alla difesa. Il recupero di Casarini è fondamentale ed urgente, tanto quanto il cambio di modulo. Probabilmente lo ha capito anche Corini che lo ha tolto dal campo, in attesa di tempi migliori: never Ronnie alone.
PARTENZE ad HANDICAP Vs ZACCHERIA
C’è una cosa che sanno anche i bambini, le squadre “Zemaniane” partono forte, ed il Foggia non solo con mister Stroppa è certamente una squadra forgiata sulla filosofia del boemo, ma ha dalla sua l’entusiastica spinta di un pubblico fra i più passionali di questa serie B e dove proprio lo Zaccheria può davvero diventare un fattore determinante per il raggiungimento degli obbiettivi stagionali dei rossoneri. Se c’è una cosa che ha caratterizzato in negativo di questo inizio di stagione azzurro, è proprio l’ingresso troppo timido in campo, guarda caso quasi sempre conciso con la rete dello svantaggio e l’inevitabile rincorsa ben 4 volte conclusasi con la sconfitta. Si può anche perdere, gli episodi sono spesso al di sopra delle prestazioni stesse, ma non sarà più scusabile un approccio molle ed impaurito. Proprio allo Zaccheria, con tutta la pressione dello stadio e del risultato, vorremmo vedere una squadra scendere in campo col coltello fra i denti. La risalita comincia col correggere un errore alla volta, e le partenze ad handicap sono la prima cosa su cui Corini deve necessariamente mettere una pezza.
RIPARTIAMO DA MANIERO e DALL’INFERMERIA
Riccardo Maniero titolare non ha tradito le aspettative, non a caso è fra i pochi sufficienti nella complessiva disfatta azzurra. Una settimana in più di lavoro, ed il goal ritrovato, ci restituiscono almeno una certezza su cui ripartire. Il calendario non ci aiuterà certamente, perchè a cominciare dalla trasferta di Foggia, arriveranno in sequenza Frosinone al Piola e Brescia fuori casa. Urge una inversione di rotta, che necessariamente non può prescindere dal recupero di alcuni elementi fondamentali della nostra rosa. Gianluca Sansone è già rientrato, Andrea Mantovani sarebbe stato pronto a farlo, Lorenzo Dickmann e Federico Casarini, hanno ricominciato ad allenarsi in gruppo. L’ex Bologna in particolare, unitamente a Lollo che proprio oggi (24.09 n.d.r.) ha compiuto 21 anni, sarebbero linfa vitale utile a sistemare parte dei problemi evidenziati anche nella sconfitta contro l’Avellino. Da Riccardo Maniero e dallo svuotamento dell’infermeria, può davvero ripartire il campionato degli azzurri, dopo l’allarmante campanello suonato al Piola sabato scorso.