Riceviamo e pubblichiamo:
“Egregio Direttore, se le è capitato di recente di passeggiare nel cosiddetto Parco dell’Agogna di Novara, sicuramente avrà provato una stretta al cuore, come è successo al sottoscritto nel vedere il degrado di questo luogo, che dovrebbe invece essere il polmone verde della nostra città. Infatti il torrente Agogna è ridotto ad un rigagnolo di acqua torbida, l’alveo del torrente è ingombro di tronchi d’albero e di rifiuti, le sponde sono piene di sporcizia e di sterpaglia secca, innesco ideale per incendi. Ho contato in tutto quattro scheletri di panchine divelte, a questo si riduce il verde attrezzato.
Nessuna recinzione delimita il parco e nessun cartello indica percorsi e collegamenti. L’unica attrezzatura fruibile è costituita dalla pista ciclabile, che peraltro risulta essere un troncone non collegato alle altre piste.
Mi chiedo: il Comune non può mettere mano a questa zona della città? Se quest’area è in parte di proprietà del Demanio e della Regione, il Comune non può acquisirla, sistemarla e consegnarla al tempo libero dei cittadini novaresi? Riteniamo che le aree verdi urbane siano troppo importanti per la salute dei cittadini, in quanto, come tutti sanno, riducono lo smog e donano refrigerio d’estate. Ci auguriamo che il Comune intervenga al più presto nel Parco dell’Agogna e lo includa nel Piano di riforestazione urbana della nostra città”.
p. CARP Novara Onlus
Fabio Tomei