Un affare da 39 milioni di euro: Vailog (la società titolare del progetto delle aree industriali ad Agognate) vende il 90% della propria attività a Segro, gruppo britannico che si occupa di real estate e logistica. Entro la fine del mese di giugno, sarà sottoscritta la cessione.
“L’accordo – spiega Alberto Pacelli di ReteTerra – parla anche di un milione di metri quadrati con sviluppo logistico nei prossimi cinque anni vicino a Milano. Chiaro che si tratta di Agognate, i numeri coincidono. Al di là dell’operazione, stupisce il silenzio da parte del sindaco, dell’amministrazione e della politica locale“.
Un accordo che sottintende già una futura destinazione industriale di un’area (di un milione di metri quadrati appunto) ad oggi ancora agricola, dando per scontata una procedura che, forse, tanto scontata non è, visto che le aree industriali dovranno passare, prima di diventare tali, dal consiglio comunale. Qui troveranno ostacoli non da poco e non solo da parte dell’opposizione, ma anche di alcuni consiglieri di maggioranza che non sarebbero per niente d’accordo su tale impostazione. Per l’approvazione delle aree industriali, Sindaco e Giunta avranno bisogno di una maggioranza qualificata che potrebbe venire a mancare.
Proprio al Sindaco di Novara, Andrea Ballarè, Pacelli, con Roberto De Rosa e Alice Morandi, membri dell’associazione ReteTerra che sta raccogliendo firme contro l’area industriale di Agognate, rivolge una serie di domande:
“Vailog ha parlato della trattativa in corso al Sindaco? Ha informato il primo cittadino dell’accordo firmato? E se sì, perchè il Sindaco non ha sentito il bisogno di comunicare quantomeno ai capigruppo quanto stava succedendo?“.
Pacelli pone anche l’attenzione su quei 20 mila metri quadrati, già a destinazione industriale, acquistati attorno ad Agognate: “Temiamo si tratti di un meccanismo finalizzato a creare le condizioni per le successive modifiche nell’area di Agognate“.
E non dimentica il Piano particolareggiato presentato da Vailog relativo al recupero di Sant’Agabio: “Certi compiti spettano all’amministrazione comunale. Nel descrivere tale progetto, la società ha elencato metrature, spazi, future destinazioni, quasi come se si volesse sostituire la pubblico… Agognate e Sant’Agabio sono due progetti urbanistici distinti. Non bisogna fare confusione“.
E comunque, conclude Pacelli, “visto che la situazione è cambiata, l’amministrazione deve dire “no” sia per ragioni amministrative sia per evitare quello che sarebbe un certo suicidio politico“.
Continua assiduamente la raccolta firme da parte di ReteTerra arrivata a quota 5000: “Se un anno fa non ci fossimo opposti a questa operazione, oggi Novara avrebbe un milione di quadrati di logistica nelle mani di una società inglese che certamente non si preoccuperebbe dei nostri problemi legati all’occupazione e al territorio. La mobilitazione continua, ma rimaniamo in attesa di risposte da parte del Sindaco che ormai non sono più rimandabili“.