Il ricorso vinto dal Novara calcio presso il TFN, ha scatenato una confusa e nervosa reazione di alcune società concorrenti, a cui non va giù che gli azzurri stiano provando ad uscire dal club delle società “cornute e mazziate”.
Solo qualche giorno fa il Presidente della Pro Vercelli, ai microfoni di Sportitalia Tv, si poneva a capo del gruppetto di società “cornute e mazziate” che dopo aver lasciato la serie B causa retrocessione, hanno avuto la chiara sensazione di essere state “beffate” da concorrenti non certo leali. “Se parliamo di sostanza credo ci siano pochi dubbi – ha detto Massimo Secondo ai microfoni della trasmissione serale Speciale Calciomercato – Sono retrocesse Pro Vercelli, Novara, Entella e Ternana: società corrette, abituate a pagare tutto”. Concetti chiari, a cui hanno fatto seguito anche considerazioni che hanno trovato ampio sostegno anche nell’opinione pubblica, quando si è chiaramente parlato di “campionato falsato” facendo riferimento al fatto che chi è fallito, o ha truccato le carte utilizzando liquidità irregolare, si è potuto permettere di allestire organici al di sopra delle proprie possibilità “edulcorando” di fatto il risultato sportivo.
Quando però il Novara calcio ha provato a far valere le proprie ragioni, riuscendo ad annullare la delibera che lo escludeva dalla corsa ai ripescaggi, il giudizio sembra improvvisamente mutato. Pare che gli azzurri siano diventati scorretti; motivo? “Non hanno avvisato le altre società del ricorso”. Strano che Massimo Secondo non se la sia presa innanzitutto con la Ternana, che in tribunale c’era eccome, per fare subito opposizione insieme alla FGCI. Ma per il presidente bicciolano, la pietra dello scandalo è Massimo De Salvo, che se sta zitto e buono al proprio posto, è degno di stima e vicinanza; se la squadra resta senza un “vero rigore” dalla Pasquetta del 2017, senza avanzare diritti legittimi: tutto bene; se invece gli azzurri provano a far valere le proprie ragioni, vedendosele riconosciute da un tribunale, passano dalla parte dei banditi che “non rispettano le regole”.
Già perchè appena dopo la notizia del rientro fra le ripescabili, la musica suonata all’unisono pure dalla stampa nazionale ha del grottesco. “Il Novara non paga gli stipendi e vuole essere ripescata?”. Avete presente le fake news che una volta lanciate, malgrado le smentite continuano a girare da tasto destro in tasto destro?
Ma di quali stipendi stanno parlando? La paradossale vicenda che portò ai 2 punti di penalizzazione nel 2015, è figlia di un contenzioso che non ha nulla a che fare con il pagamento delle spettanze ai tesserati, regolarmente profuse. Il Gruppo Policlinico di Monza, società che controlla il Novara calcio, come consentito dalla normativa fiscale ordinaria, fece valere un credito IRPEF di oltre 500 mila euro, a fronte del versamento dovuto dalla controllata Novara calcio di circa 300 mila. Nella legislazione fiscale sportiva però, la “compensazione” non era stata ancora adottata, ed alla Covisoc non restò che contestare la cosa. Alla fine dell’ter processuale, il Tribunale Federale Nazionale riunito in Sezione Disciplinare il 23 luglio del 2015, pur non potendo negare il fatto che la normativa fiscale nazionale prevalga sempre e comunque sulle altre, contestava al club azzurro che: “Ciascuna Società professionistica, all’atto dell’affiliazione, accetta la normativa federale, alla quale, dunque, deve sottostare a prescindere da eventuali diverse formulazioni (e previsioni “tempistiche”) della disciplina fiscale e contributiva dettata dall’ordinamento dello Stato”. In buona sostanza, se accetti di giocare con delle regole, per quanto sbagliate che siano, non le puoi contestare a posteriori. Per questa “interpretazione” che uscita dalla logica sportiva, in qualsiasi Tribunale ordinario verrebbe riconosciuta, e non certo per inadempienze (per lo Stato infatti tutto è risultato più che regolare) il Novara venne penalizzato di 2 punti. E sulla base di quell’inezia, con una delibera posteriore, si vuole fare la morale se agli azzurri viene riconosciuto il diritto di essere ripescabili?
Per carità, è assolutamente legittimo che chi lo vuole, faccia tutti i contro ricorsi del caso, il diritto di difendere i propri interessi è sacrosanto, ma non si passi nel giro di qualche giorno dai complimenti e dalla solidarietà condivisa, alle accuse di slealtà, solo per mero interesse.
La Pro Vercelli ha aspettato che il Novara calcio impiantasse un moderno manto in sintetico, per fare altrettanto. Si è accorta che gli azzurri avevano intitolato il proprio Stadio ad un campione che aveva cominciato da loro, per copiare l’idea. Ora Massimo Secondo, in linea con il proprio cognome, corre in Tribunale per rincorrere il Novara anche sulla questione del ricorso. In una cosa Secondo è arrivato prima nel Novara; gli va dato infatti atto di aver anticipato nella retrocessione gli azzurri, di qualche settimana.
E pensare che quando all’inizio degli anni ’60, la Pro rischiò una prima volta di sparire dal calcio, il Novara calcio fu promotore di un appello, poi sottoscritto anche dalle altre squadre componenti l’antico Quadrilatero, affinché i bianchi non lasciassero miseramente la scena. Come si dice in questi casi: noblesse oblige…