Sono 16 i contratti a termine non rinnovati per il servizio mense scolastiche di Novara. Del resto, molte cose cambieranno quest’anno, anche se nonostante i motori siano stati accesi, ancora non c’è stata una vera e propria partenza nelle nuove modalità di gestione del servizio. Self service dalla terza elementare in poi, cook&chill, e una revisione del rapporto tra numero degli addetti e numero degli studenti. Quest’ultimo passa da 1 a 35 a 1-50/70, con un conseguente ridimensionamento del personale stesso. “16 contratti a termine non sono stati rinnovati – spiega Giuseppe Ballato della Uil – per il resto del personale è prevista una diminuzione del monte ore che si sta concordando. Stamattina c’è stata una riunione e la prossima settimana ci rivedremo per stabilire la cassintegrazione in deroga in attesa che il servizio venga avviato a tutti gli effetti e secondo quanto previsto dal bando“.
Non sembra un percorso facile, anche perché pare che l’Asl abbia negato ad una scuola novarese l’autorizzazione a procedere con il self service per problemi strutturali e tecnici. Quindi, alcuni parametri saranno da rivedere. “C’è stata comunque massima disponibilità da parte della ditta che si è aggiudicata il servizio – prosegue il sindacalista della Uil – a trovare un accordo che potesse favorire quanto più possibile il personale. Ad esempio, abbiamo cercato di riportare a Novara addetti che invece prima erano di stanza altrove, dove l’azienda gestisce altre mense, come Vercelli, nel tentativo di contenere quanto più possibile i costi per dipendenti a cui è stato ridotto il monte ore. Per chi dovrà andare a Caresanablot, sede dell’azienda, si sta cercando una soluzione per il trasporto, optando per il car sharing. Da parte sua, il Comune ha messo a bilancio una quota aggiuntiva per arrivare ad un’ottimizzazione del servizio“.
Ad oggi lavorano al servizio 126 persone dalle 142 precedenti, con una riduzione del 25-30% del monte ore per i dipendenti.
Una novità che non piace per niente al Comitato territoriale novarese “L’Altra Europa per Tsipras“: “Il Comune per realizzare risparmi di bilancio – spiegano Ardizio e Lattanzi – ha deciso che il servizio mensa sarà fornito, invece che con cibo fresco cucinato negli appositi locali degli istituti, con secondi piatti precotti. Inoltre i bambini, dalla terza alla quinta elementare, dovranno pure utilizzare il metodo del self-service per risparmiare sul personale. Certo si risparmia qualche migliaio di euro – per il comune di Novara a cui il Governo Renzi ha tagliato i trasferimenti statali – ma si abbassa la qualità del servizio . Il precotto non è una soluzione ideale; dal biologico di qualche anno fa al precotto è un bel passo indietro. A rimetterci oltre ai lavoratori sono anche i bambini: meno eventi effimeri e più spese per i futuri cittadini. Ancora una volta a pagare sono i più deboli: le lavoratrici dipendenti, 16 delle quali lasciate a casa. Scelte sciagurate! Facciamo appello perché il Comune – amministrato da una giunta di centro sinistra – riveda questi suoi intendimenti e si adoperi per il reintegro dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro anche grazie alle sue scelte di politica amministrativa. Considerato che esiste un avanzo di bilancio, è veramente una vergogna la scelta fatta”.