I dati sono drammatici, in Italia, come in Piemonte, dove il 31,5% delle donne con un’età compresa tra i 16 e i 70 anni dichiara di aver subito una forma di violenza fisica o sessuale. È la triste fotografia dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) che emerge nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 novembre diventa così il momento istituzionaleper riflettere su una problematica quanto mai diffusa, cercando parallelamente della soluzioni concrete. La Regione Piemonte mette in campo una serie di azioni finalizzate a tamponare la questione.
Il disegno di legge su cui si sta discutendo a Palazzo Lascaris beneficerebbe di risorse per 700 mila euro, finalizzate ad una «maggiore consapevolezza delle donne rispetto a quali sono i servizi offerti dal territorio, cosa che – spiega l’assessore alle Pari Opportunità Monica Cerutti – può portare ad un maggior ricorso allo strumento della denuncia contro chi fa violenza e quindi a un aiuto concreto».
Quattro azioni che offrono risposte contro la violenza sulle donne in ambito normativo, culturale e di prevenzione, azioni concrete.
1) Il Progetto Move Up III, promosso nelle scuole piemontesi. Le scuole hanno tempo fino al 15 dicembre prossimo per presentare le proprie richieste di ammissione al Progetto. Sono previsti incontri con gli insegnanti e i dirigenti scolastici, workshop con i genitori, attività di animazione con gli studenti, comprese quelle teatrali per facilitare l’accesso alle tematiche al centro del Progetto e la distribuzione di materiali didattici e di approfondimento, tra cui guide per gli insegnanti e gli studenti, storie illustrate, mappe, video. Il progetto ha ricevuto risorse per 305.000 euro derivanti dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e agisce per il rispetto della diversità, prevenzione della violenza e uso consapevole delle nuove tecnologie.
2) Sostegno a 17 centri antiviolenza collegati a 9 case protette con 156.000 euro per attività volte al sostegno e presa in carico degli autori di violenza. Saranno anche privilegiate attività come l’accoglienza e l’ascolto, l’orientamento, il sostegno psicologico, colloqui orientativi in materia legale, accoglienza residenziale, anche in situazioni di emergenza, percorsi personalizzati di protezione, sostegno ed accompagnamento al recupero dell’autonomia personale e sociale, attività finalizzate alla prevenzione ed all’emersione del fenomeno, formazione/aggiornamento degli operatori, sperimentazione di interventi di presa in carico degli autori della violenza.
3) Altri 250.000 integreranno il Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti. I dati di accesso al Fondo parlano di un aumento delle domande di accesso nell’ultimo anno: 60 le domande di accesso presentate al 30 settembre 2015 contro le 58 domande presentate in tutto l’anno precedente. Questo in presenza di un allargamento della possibilità di ricorrere al gratuito patrocinio a spese dello Stato che è stato ampliato a tutte le vittime di determinati reati connessi alle violenze e ai maltrattamenti. Il Piemonte è l’unica regione italia ad aver istituito il fondo, utilizzando avvocati specializzati in materia di assistenza legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti e di assistenza alle vittime di discriminazione.
4) La Regione Piemonte ha inviato una lettera a tutti i medici di base sollecitandoli alla promozione del numero verde 1522 esponendo una specifica locandina presso le loro sale d’aspetto. La violenza domestica è la prima causa di aborto spontaneo e i medici di base devono essere consapevoli dell’importanza del loro ruolo e di come possono riconoscere fra le loro pazienti le potenziali vittime di violenza.