Nudi, in mezzo alla natura: per stare bene con se stessi e con l’ambiente circostante. Può sembrare imbarazzante ai più, ma in realtà c’è chi ne fa una filosofia di vita tanto che all’estero quella del “turismo naturista” è una pratica ampiamente diffusa (si parla di ben 20 milioni di turisti che cercano zone riservate dove mostrarsi come “mamma li ha fatti”); in Italia, invece, succede di assistere ad estemporanei e a volte spiacevoli, ma soprattutto illeciti raggruppamenti di nudisti che scelgono casualmente zone ove trascorrere sotto il sole estivo intere giornate all’insegna della nudità. Succede anche nel Novarese, in particolare su alcune spiaggette lungo il fiume Ticino dove capita in estate di vedere gruppi di “bagnanti” che beatamente e assolutamente a proprio agio mostrano gli “attributi” a passanti ed avventori, magari di vedute un po’ meno ampie delle loro.
Per evitare sanzioni, imbarazzi e spiacevoli episodi, la Regione Piemonte approva una legge tramite la quale si definiscono le norme del cosiddetto “turismo naturista”, con il supporto di Sel, M5S e Pd.
“Stanno sorgendo tante associazioni in cui confluiscono persone che aderiscono a questa modalità – spiega il consigliere regionale Domenico Rossi – Il turismo naturista è ormai un movimento internazionale regolamentato in paesi del Nord Europa e in Francia, Spagna e Croazia. A prescindere dal fatto che si tratta di una questione di rispetto per le minoranze (che nel caso specifico, tra l’altro, promuovono l’amore e l’attenzione per l’ambiente circostante, senza innescare alcun tipo di problema) con questa legge il Piemonte fa un grande passo culturale in avanti a tutela del turismo sostenibile. Ci sono flussi di migliaia di queste persone che scelgono di fare questo tipo di vacanza, andando alla ricerca di zone dove possano vivere la loro situazione in assoluta sicurezza e riservatezza“.
Ora toccherà alla giunta regionale, dopo che il Consiglio, ieri, ha approvato la legge, individuare zone appartate e discrete, pubbliche o private, realizzando una mappatura dei luoghi idonei al turismo naturista. Starà poi all’ente pubblico o al proprietario dell’area ravvisata (ad esempio un campeggio) decidere se aprire o meno ai naturisti questa zona. La quale verrà dotata della necessaria segnaletica, imponendo anche le conseguenti sanzioni nel caso in cui qualcuno volesse contravvenire al regolamento. E chi mostra le “chiappe” in zone non previste a mappa sarà pesantemente multato.
Come dire: da ora in poi non ci si può più sbagliare!