Chiunque domenica mattina si trovasse nei boschi delle colline fra Ghemme e Cavaglio d’Agogna parli. L’appello arriva dai Carabinieri che stanno indagando sulla morte di Gian Carlo Baragioli, il 59enne freddato domenica mattina da un colpo di fucile, mentre cercava le castagne con la moglie in quella zona. Elementi utili alle indagini potrebbero celarsi anche dietro a piccoli dettagli: quali persone o mezzi o quali razze di cane (che potrebbero aver accompagnato dei cacciatori) siano stati visti in zona. Il colpo che ha ferito mortalmente il 59enne di Vicolungo è stato sparato fra le 11,40 e le 11,45: movimenti di persone, mezzi o animali notati nei momenti precedenti e immediatamente successivi allo sparo potrebbero fornire dettagli utili alle indagini. Chi fosse in possesso di informazioni di questo genere può contattare i Carabinieri della compagnia di Arona o della stazione di Ghemme, che stanno svolgendo le indagini supportati sul piano tecnico dai colleghi del Nucleo investigativo di Novara.
Intanto sul tavolo del sostituto procuratore Francesca Celle c’è un fascicolo aperto per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Nelle 24 ore successive alle morte di Baragioli sono stati sentiti i 10 cacciatori che domenica mattina si trovavano in zona per una battuta di caccia al cinghiale. I componenti del gruppo hanno smentito di avere sparato. I loro fucili sono stati sequestrati e saranno sottoposti a riscontri balistici. Come confermato dagli investigatori, alcuni di loro hanno anche prestato i primi soccorsi a Baragioli, dopo essere stati attirati sul luogo della tragedia dalle grida di aiuto della moglie. Il colpo lo ha centrato alla schiena, non lasciandogli scampo. L’autopsia sul corpo della vittima potrebbe essere eseguita domani e potrebbe rivelare elementi sull’arma da cui è partito il colpo.
Sotto la lente degli investigatori ci sono anche i filmati delle telecamere puntate sulle strade che portano in collina. L’obiettivo è ricostruire chi era presente in zona domenica mattina, per poi arrivare a dare un volto e un nome a chi ha sparato. Anche per questo è stato lanciato l’appello. Fra le tante domande a cui i Carabinieri stanno cercando di dare risposta ce n’è una fondamentale: chi ha sparato sa di avere ucciso?