“Visioni urbane”: ecco le “idee” per il futuro dell’area del Maggiore. Inaugurata ieri, resterà aperta fino al 23 giugno, sopra al quadriportico dell’ospedale, la mostra di idee per una futura riconversione, elaborate dagli studenti della facoltà di Architettura di Torino
Un museo nel quadriportico, uno spazio di co-working nell’edificio di Antonelli, un centro di aggregazione per giovani negli spazi della casa di cura e nel palazzo Bellini una residenza universitaria. Perché no? Potrebbe essere anche questo lo scenario futuro del complesso dell’Ospedale Maggiore di Novara, una volta dismesso dopo la realizzazione della Città della Salute; per ora è solo una parte dei progetti, o meglio una “serie di idee”, realizzati dagli studenti della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino che hanno studiato, e messo nero su bianco, la loro “visione urbana” dell’intera area che insiste nel centro cittadino con i suoi edifici di valore storico e i suoi quasi 95mila metri quadrati di estensione e che costituisce dunque una sorta “di città nella città”. I lavori – 8 i progetti – sono esposti in una mostra, inaugurata ieri (venerdì 15 giugno), che si snoda nella parte superiore del quadriportico, e che rimarrà allestita fino al prossimo 23 giugno.
“Il nostro obiettivo – si legge in uno dei primi pannelli espositivi – è quello di progettare un centro culturale e sociale che possa riunire al suo interno funzioni e attività rivolte a tutti i cittadini di Novara. Analizzando la città e in particolare l’area dell’ospedale abbiamo individuato diversi elementi che ci hanno dato spunto per il nostro progetto urbano, come la presenza di un polo universitario in forte espansione e il grande spazio verde nelle immediate vicinanze. Il nostro progetto inoltre vuole rapportarsi in modo armonico con il tessuto urbano circostante: un tessuto di impronta romana molto compatto”. Un’idea progettuale che prevede dunque “oltre alla residenza universitaria ubicata nel palazzo Bellini, un edificio di nuova costruzione al cui interno saranno previste residenze ordinarie e speciali; per quanto riguarda gli edifici sottoposti a vincolo storico, una ri funzionalizzazione”. Grande attenzione anche al verde, che negli elaborati, diventerebbe un elemento importante. Naturalmente si tratta di elaborati che non hanno valenza alcuna di progetto, nel senso stretto del termine, ovvero né preliminare né, tantomeno esecutivo, ma che restano, almeno al momento, nell’abito dell’esercizio didattico e della “serie di idee”.