È passato solo un anno da quando è iniziata la battaglia di un gruppo di cittadini agguerriti, capitanati dal regista novarese Vanni Vallino, a difesa del Civico Teatro Faraggiana. È stato un anno di battaglie, di scontri con l’amministrazione comunale, di confronto tra cittadini e professionisti del settore e alla fine ha prevalso il dialogo e si è dato ascolto alla città. Lo ha riconosciuto lo stesso sindaco Ballarè che “quello che ha fatto la differenza è che non è stata solo una semplice sollevazione popolare ma che al dire quel gruppo di cittadini ha fatto seguire il fare, dando vita ad un progetto concreto di gestione e valorizzazione del Civico Teatro Faraggiana”.
Oggi, mentre i teatri in Italia chiudono, a Novara se ne riapre un secondo, una nuova sfida che dimostra quanto Novara non sia più solo una cittadina di provincia ma voglia aprirsi ad una cultura nazionale, senza limiti territorialistici. Non sarà però solo un teatro, sarà per la città un nuovo spazio culturale, come ha sottolineato l’assessore comunale alla Cultura Paola Turchelli.
Sarà un’altra opportunità di crescita ma sarà certamente una nuova sfida, perché l’apertura avvenuta pubblicamente oggi è solo un inizio. Sarà una sfida forse ancora più difficile delle battaglie vinte in questo anno. Per fare vivere questo sogno, ha ricordato l’attrice Lucilla Giagnoni, tutta la città dovrà contribuire. Saranno i cittadini che dovranno “occupare” in vario modo e a vario titolo gli spazi di questo teatro riapre dopo ben 16 anni. Sarà ancora il dialogo della città nella città a dover prevalere. Il Civico Teatro Faraggiana, in effetti, nelle sue forme sottolinea questa circolarità di intenti e di relazioni. La zona della platea del teatro con la sua meravigliosa e pulita circolarità rappresenta una parola che vibra muovendosi anch’essa con circolarità, che circola come in una piazza, che non cade mai dall’alto e che non si ferma chiudendosi entro le mura del teatro ma vuole uscire e confrontarsi con il mondo che vive attorno. In questa piazza della città, dunque, le parole dialogano e fanno dialogare. E poi il palco, opera di grande maestria artigiana ed artistica, con la sua verticalità diventa antenna verso il mondo, ascolta ed amplifica ciò che nel mondo accade.
Il teatro diventa così luogo di confronto e di formazione perché il mondo impari a vivere nel dialogo. La Giagnoni ha ricordato che poche settimane fa in un teatro si è sparato ed ucciso. Ora nei teatri si deve insegnare a combattere la logica della violenza. Al Faraggiana dunque si creerà una scuola di umanità, un’umanità con uno sguardo nuovo e sempre attento verso il mondo. La citazione di Lucilla Giagnoni da Le Città Invisibili di Italo Calvino racchiude il senso di questo sogno:
I giovani avranno un ruolo centrale in questo voler costruire un nuovo ordine critico. E infatti a dare il benvenuto ai presenti sono stati i ragazzi del Quartetto Daidalos, premiati come miglior quartetto dall’accademia Stauffer per l’anno accademico 2015-2016.
A conclusione della presentazione ufficiale sul palco tutti gli “attori” della Nuova Fondazione Faraggiana, dal regista Vanni Vallino alla Fondazione Banca Popolare di Novara che ha sostenuto economicamente il progetto.