Il commissariamento a sorpresa della segreteria cittadina della Lega Nord segna un passaggio piuttosto importante nelle vicende del movimento a livello locale, anche per i toni e le modalità attraverso le quali si è consumato.
Infatti non v’è dubbio che la frattura di oggi, a differenza di quanto avvenuto in passato, si presti ad una lettura più “politica” di quanto non appaia e certamente meno personalistica, il che, paradossalmente, la rende ancora più incisiva.
Mentre, infatti, nel recente passato le diatribe interne al Carroccio novarese risultavano condizionate dal dualismo dei suoi principali esponenti (da un lato l’ex sindaco Giordano e dall’altro l’ex governatore Cota)ora che quell’antagonismo è venuto meno ed i contendenti hanno, più o meno, riposto gli spadoni nell'”abbraccio” conseguente alla candidatura alla poltrona di sindaco di Alessandro Canelli, emerge un dato politico di assoluta novità. Ovvero che dentro la sbandierata monoliticità leghista, frettolosamente classificata come “unità” e celebrata lo scorso giugno dal palco del Cantelli, si muovono pulsioni tutt’altro che insignificanti e non più (esclusivamente) di natura “personale”.
Il che ha ripercussioni non solo a livello locale, con il no secco della parte ora dissidente all’imposizione della candidatura di Canelli, ma anche a livello regionale (“nazionale” per il Carroccio) visto che a Novara il fronte che dovrebbe appoggiare il futuro segretario salviniano Riccardo Molinari è tutt’altro che unito.
Se è ben vero che esiste una maggioranza a favore del candidato alessandrino è infatti altrettanto vero che alcuni, come l’ex segretario provinciale Luca Bona, già si sono espressi per la tutt’altro che rinunciataria Gianna Gancia.
Insomma un quadro complesso dentro il quale ha gioco facile ad argomentare il segretario provinciale di Forza Italia Diego Sozzani per motivare il suo diniego alla candidatura di un leghista, in una eventuale coalizione “unitaria”.
Non che in casa berlusconiana le cose siano messe meglio però, visto che la proposta di Anna Mellone non appare scaldare più di tanto i cuori, non foss’altro perché (anche qui) è apparsa imposta con un atto d’imperio e poi condivisa obtorto collo da chi, per storia e per ambizione – ed indubbiamente per peso elettorale – in verità su quel ruolo ci aveva fatto più di un pensierino.
Tanto è che le conseguenze di ciò sono state l’abbandono del partito da parte del consigliere comunale Antonio Pedrazzoli che ha fatto così venire meno, nella sostanza, la presenza del gruppo consigliare di Forza Italia a Palazzo Cabrino. Cosa mai accaduta prima!
In questa situazione invero difficile si vocifera anche dell’ipotesi di una candidatura in quota Fratelli d’Italia, ovvero quella di Gaetano Nastri, che però ha già fatto sapere di non pensarci proprio; piuttosto l’onorevole novarese sarebbe favorevole alle primarie, come d’altra parte il suo segretario Gianni Mancuso che già le aveva ipotizzate come “piano B”, in caso di mancato accordo.
Dunque se il riassunto è ormai da mesi questo, sembra difficile che da un ipotetico “tavolo locale”, come quello che ci si appresta a convocare, possa emergere un qualche accordo capace di individuare un candidato in grado di “unire”, posto che già nei rispettivi partiti e movimenti i distinguo non mancano. Il che ripasserebbe la palla al “famigerato” tavolo nazionale (quello che dovrebbe suddividere, modello Cencelli, le candidature per le amministrative nelle varie città), il cui intervento tutti sostengono di voler evitare come la peste.
Anche perché il problema dei partiti del centrodestra a Novara, una volta individuato un possibile candidato, è quello di avere l’opportunità di portarlo al ballottaggio: impresa assai ardua visti i numeri in campo, che danno nei sondaggi – a livello nazionale – Forza Italia sotto la soglia psicologica del 10 per cento e la Lega poco sopra il 16 (ma gli effetti delle ultime amministrative sotto la cupola e la gestione successiva del movimento in chiave locale potrebbero avere conseguenze negative ad oggi non quantificabili).
A questo immobilismo ha risposto in queste ore l’altro soggetto politico che già aveva partecipato nei mesi scorsi al tavolo di coalizione, ovvero il Movimento Civico “Io Novara” che, forte della proposta, oggettivamente innovativa delle primarie, ha suonato la sveglia ai potenziali alleati, accusati di temporeggiare troppo e di aver gettato la spugna prima di cominciare la battaglia. Un dubbio che in effetti comincia a serpeggiare con insistenza e che il gruppo civico individua come un ulteriore elemento di distanza dalle logiche dei partiti. Da qui la svolta di questi giorni di premere sull’acceleratore, nella convinzione, dichiarata, che più dei simboli conti il consenso, cioè quello di chi non ha apprezzato l’amministrazione Ballarè, ma nemmeno vuole abbandonarsi alla protesta, definita priva di proposte locali di rilievo, dei 5 Stelle.
Come finirà? Staremo a vedere!