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Novara

I Re Magi e la Befana: ecco la loro storia

Con il 6 gennaio appena trascorso, sono terminate le Feste Invernali, iniziate con la commemorazione del Martirio di Santa Lucia, per poi raggiungere il loro apice nel Solstizio d’Inverno con la Celebrazione del Santo Natale e concludersi con l’Epifania, cioè nella Rivelazione di Gesù Cristo ai Re Magi. Non è affatto certo che questa Adorazione avvenne esattamente in questa data, tant’è che in un comunicato stampa per mano del Vaticano, si legge che la scelta della ricorrenza sia stata fatta per tentare, con successo, di sovrapporsi ad altra festività pagana. Infatti tra il 5 e il 6 gennaio, ad Alessandria, i pagani ricordavano la nascita del dio Eone, dio del Tempo e dell’Eternità. Sacerdoti Zoroastriani, i Magi, citati solamente nel Vangelo di Matteo e in quelli Apocrifi, erano originari dell’altopiano Iranico. Esoterici indovini e studiosi del firmamento avevano individuato nella ben nota stella cometa, l’arrivo del Cristo, salvatore universale e loro stessi come un anello di congiunzione tra la nuova religione nascente, il Cristianesimo e i culti misterici orientali come il mazdaismo e il buddismo. La cronaca del tempo (IV sec) ci dice che i loro resti mortali furono portati da Costantinopoli a Milano da Sant’Eustorgio che fece ingrandire appositamente un’antica chiesa per ospitare le Sacre Reliquie in un’arca romana con l’epigrafe “Sepulcrum trium Magorum”. Durante l’assedio del Barbarossa le reliquie vennero trasportate a Colonia, dove tuttora riposano in una chiesa a loro dedicata. Ma allora la Befana che nello stesso periodo espleta la funzione di portatrice di doni ai bambini, che nesso ha con tutto questo?

Sembra che i Magi incontrarono questa donna anziana, probabilmente essa stessa una indovina esoterica, e le chiesero di proseguire con loro. Lei sulle prime rifiutò, ma poi pentitasi si mise sulle loro tracce non riuscendo, però, a ritrovarli. Da allora è ancora alla loro ricerca e, mentre vola con la sua scopa nel tentativo di avvistarli, approfitta dei suoi giri aerei per calare nei camini i ben noti doni.

Paolo Nissotti