Lo zoo di Novara continua a far parlare di sé. In modo particolare, la polemica si è scatenata su una delle ultime immagini che appaiono affisse ai muri della città: quella dell’ape laboriosa, metafora poco azzeccata di questa amministrazione, che negli anni ha operato così bene da produrre 29 milioni di opere pubbliche. E quando è un ex sindaco a far notare che 29 milioni di lavori, in cinque anni, in una città di oltre 100 mila abitanti, sono davvero pochini, allora c’è da riflettere su quello che l’ex primo cittadino Armando Riviera definisce un “autogoal”.
“Che si sia fatto ricorso ad un manifesto (l’ennesimo del tanto discusso zoo dell’amministrazione Ballarè) per indicare alla città i numeri del fallimento della politica dei lavori pubblici, giusto per capirci, in termini calcistici si definisce “autogoal” – scrive Riviera in un post di Facebook – 29 milioni di investimento in opere pubbliche, nel corso di una legislatura, può essere considerato il minimo storico (rapportato al valore monetario di ogni periodo del dopoguerra) mai raggiunto da un’amministrazione cittadina. Conosceremo presto, almeno così si spera, quali sono state le singole opere finanziate (questi manifesti con numeri buttati lì, senza alcun riscontro, ottengono l’effetto opposto rispetto ad una reale informazione ripetutamente richiesta). Dando per scontato (sarebbe molto grave il contrario) che dai 29 milioni citati siano esclusi i 18 milioni di interventi, previsti da alienazioni, le cui aste sono andate deserte che rimarranno, per questa legislatura come tutto il Piano triennale, di cui la Giunta ha appena approvato l’elenco aggiornato, parole scritte in gran parte sulla sabbia“.
Una presa di posizione molto dura, che in effetti si affianca a dati numerici che parlano da soli: quando si parla di investimenti in opere pubbliche, in effetti, le cifre sono ben diverse, specialmente nell’arco dei cinque anni di mandato, da quelle che vengono citate da Ballarè a mezzo di manifesti che inneggiano ad una laboriosità quantomeno dubbia. Manifesti peraltro ben lontani dall’idea effettiva di un bilancio di fine mandato che, fino alll’amministrazione precedente di Ballarè, si illustrava con mezzi ben più modesti: sito internet o giornale comunale, non grandiosi manifesti con cui tappezzare la città.
“Le grandi opere pubbliche realizzate dalle prime Amministrazioni del dopoguerra e a seguire, a partire dagli anni ’70 fino a ieri, non avrebbero certo potuto essere realizzate con investimenti di questa portata. In particolare negli anni ’80 di cui posso parlare per conoscenza diretta, la media annuale di opere pubbliche realizzate era di 30 – 35 miliardi di lire. In tutta questa vicenda ciò che da maggiormente fastidio è l’atteggiamento trionfalistico, del tutto ingiustificato, di un’amministrazione che avrebbe fatto bene a raccontare ai cittadini, fin dal suo insediamento, come stavano realmente le cose e che, quindi, con le disponibilità di cassa esistenti non si sarebbe potuto fare granché. Si è invece imboccata la strada dell’esaltazione del nulla già dal primo anno (il convegno del Broletto accolto con grande partecipazione, poi abortito già nell’anno successivo quando apparivano evidenti le difficoltà della maggioranza comunale), per arrivare ai nostri giorni e a questa ridicola campagna elettorale anticipata di cui non esiste una delibera che ne indichi costi, capitolo di spesa ed eventuali sponsor, ai quali si fa menzione, considerando che lo zoo dei manifesti riporta il logo del Comune“.