Un’amicizia che durava da anni, ferocemente spezzata da un gesto estremo. E’ la storia di Nicola e Andrea, raccontata dalla voce di un terzo amico, un ragazzo che spesso frequentava i due e conosceva bene non solo loro ma anche le dinamiche del loro legame.
“Quello che mi fa incazzare – ci racconta “Marco” (nome di fantasia), che spesso frequentava Nicola e Andrea, anche in quelle serate parecchio goliardiche, fatte di baldoria e di ore passate al bar – è che oggi tutti si dimostrano amici di Andrea, esprimono solidarietà, dicono “Andrea, ci mancherai”. Ma dov’erano prima? Perchè Andrea passava tutto il suo tempo libero con Nicola. Spesso stavo con loro, ma la loro amicizia non si mette in dubbio”.
Marco continua il suo sfogo, dicendosi “stupito di come sia finita tra loro. Nicola, negli ultimi tempi, era strano, faceva e diceva cose che non erano da lui. Non nei confronti di Andrea, ma anche di altri e di se stesso”. Un cambiamento probabilmente dovuto al fatto che avesse ripreso a bere. “Nicola è sempre stato molto generoso. Io ricordo di avergli parlato di alcuni miei problemi economici, il giorno dopo si è presentato a casa mia con due borse della spesa. E così faceva anche con Andrea e con quelli che considerava amici”.
“Fratelli”: così li hanno definiti in tanti, in quell’ambiente che Nicola e Andrea, soprattutto a Santa Rita, frequentavano. Altri però fanno notare come fra i due era Sansarella a comandare, mentre Gennari era più che altro costretto a subire. Tanto che, suggeriscono alcuni, Andrea del suo “amico” aveva in qualche caso paura. Certo una storia, questa, che ha molto diviso l’opinione pubblica novarese e che indubbiamente ha fatto pendere la bilancia dalla parte dei colpevolisti contro l’omicida.
“Facevano tutto insieme – dice, però, Marco – Andrea aveva il nome dei figli di Nicola tatuati addosso, aveva la delega per andare a prendere i bambini a scuola, portava a spasso i cani, l’automobile era cointestata, avevano aperto un bar in società. Andrea una volta mi ha detto: “Io Nicola non lo abbandonerò mai. Mi ha salvato la vita”. Ma anche Andrea gli aveva salvato la vita: quando Nicola è stato aggredito, il primo ad arrivare sul posto è stato Gennari”.
Ma in quel mondo, così distante per molti, ma anche radicato nel tessuto della città; in quel mondo complicato, fatto di personaggi poco trasparenti, di scambi di favori ed anche obblighi magari inconfessabili; in quel mondo difficile in cui vivevano Nicola ed Andrea, la conclusione drammatica della storia è stata quella della violenza estrema, dove a soccombere è stato il più debole.
Un gesto senza ritorno: “Non doveva finire così”, conclude “Marco”, che ci lascia guardando il suo cucciolo di pitbull, Nara. “Me l’ha regalata Nicola. Si è raccomandato di prendermi cura di lei. E’ quello che farò”.