Riceviamo e pubblichiamo in risposta alla presa di posizione di Fabio Tomei:
“Essere obiettivi fornendo fonti certe e documentabili, soprattutto quanto si vuole rendere una comunicazione di pubblico dominio, è una dote che si ritrova sempre meno in talune forme di più recente attualità.
Si vorrebbe associare il peggioramento delle condizioni ambientali che hanno caratterizzato gli ultimi due mesi della città di Novara (e non solo Novara) con l’inefficacia del piano di riforma della sosta nell’area centrale, adottato dall’Amministrazione nel febbraio 2015.
Giova a questo scopo recuperare chiarezza, obiettività e soprattutto fonti certe e pubblicamente consultabili, ovvero gli atti del Piano del Traffico e Sosta dell’area centrale, propedeutici all’attuazione della riforma del Piano Musa e pubblicati sul sito comunale nella cui Premessa sono elencati gli obiettivi prioritari, di seguito riproposti:
– la riduzione del traffico e dell’inquinamento; lo sviluppo di una mobilità pubblica e privata sostenibile; il miglioramento della mobilità pedonale e ciclabile; la riduzione della congestione; il miglioramento della sicurezza stradale; il recupero di vivibilità degli spazi urbani; l’innovazione nei trasporti.
Come si può leggere, il tema della riduzione dell’inquinamento è uno tra i diversi temi- obiettivo indicati e certamente non il solo, anche se in questo momento di una certa attualità.
Il monitoraggio effettuato nel maggio 2015 sullo stato di attuazione del Piano Musa e sui risultati conseguiti, anch’essi consultabili dal sito comunale ha infatti consentito di verificare nel 2015 rispetto al 2012-2014 significativi miglioramenti di cinque parametri fondamentali:
- la riduzione della congestione, ovvero dell’indice di occupazione delle aree di sosta che passa da 0,99 a 0,83 auto per stallo, quindi la possibilità di trovare posto in tutti i quadranti del piano
- la riduzione del traffico con valori medi del 12% nella fascia oraria 7,30-9,30
- i valori di mobilità ciclabile su alcuni assi radiali del centro, con punte del 20% in c.so Torino e del 10% in c.so Risorgimento e XXIII Marzo (biciclette sul totale dei veicoli transitanti)
- l’aumento del 4,92% degli utenti del trasporto pubblico nel 2015 rispetto al 2014 e del 9,64% degli abbonamenti urbani, quando invece dal 2012 al 2014 era stato registratoun calo di utenti dell’8% !
- le riduzioni delle emissioni inquinanti in media dell’11,5%, proporzionalmente e limitatamente alla riduzione del traffico e tali da consentire un significativo contenimento dei valori limite.
Fatta chiarezza sui risultati del Piano, nonostante che alcuni si ostinano ancora a considerarli “presunti”, affrontiamo con altrettanta chiarezza il problema dell’inquinamento ambientale del 2015 rispetto agli straordinari risultati positivi del 2014.
Nei due mesi invernali, novembre e dicembre, del 2014 sono stati registrati a Novara 40 giorni di piovosità, mentre nel corrispondente periodo del 2015 soltanto 4. E’ noto che nel mese di gennaio 2016 non si è registrato un solo giorno di pioggia. In più si sono verificate condizioni permanenti di bassa pressione, assenza di ventilazione e stagnazione dell’aria che hanno impedito, diversamente dagli anni precedenti, la dispersione degli inquinanti.
Conclamare quindi un presunto “fallimento di Musa” con questo anomalo quadro ambientale e tralasciare invece il giudizio obiettivo e complessivo su tutti gli altri parametri, denota apertamente la mancanza di un corretto atteggiamento informativo.
Tanto più è falso attribuire al Piano Musa esclusivamente finalità taumaturgiche nei confronti della complessità dei problemi e delle cause che sono alla base delle criticità ambientali in atto, a Novara come nell’intera pianura padana.
Consultando il recente dossier Legambiente “Mal’aria 2016” e in particolare alla Tab. 1 – PM10 2015, si potrà notare che nella classifica dei capoluoghi di Provincia che hanno superato i 35 giorni della soglia limite, Novara con 47 superamenti si trovi al 36° posto di una graduatoria di città 48 città, che va dai 115 superamenti di Frosinone ai 36 di Trieste, praticamente alla pari con Biella (46 superamenti) e Pesaro (45), quest’ultima città citata per i suoi 200 chilometri di piste ciclabili (previste) di cui 77 realizzati contro i nostri miseri 26 come “….un caso da studiare e possibilmente da imitare”. Certamente lo sarà per l’estensione delle piste ciclabili, un po’ meno per le condizioni ambientali.
Per concludere: registriamo molto più modestamente che il piano Musa porta più gente sugli autobus, riduce la congestione del traffico e della circolazione, favorisce il ricambio nei parcheggi e l’accessibilità al sistema commerciale centrale, aumenta il numero di cittadini che scelgono la bicicletta per i loro spostamenti, concorre a ridurre gli inquinanti da traffico. Non mi sembra poca cosa dopo oltre 15 anni di immobilismo sul tema!”.
Giulio Rigotti
Assessore alla Mobilità e Ambiente Comune di Novara