Fino a questo momento, al dormitorio dell’ex caserma Passalacqua, l’accesso era vietato agli ospiti accompagnati dal proprio cane. Questo per motivi innanzitutto igienici, ma anche per difficoltà concrete a gestire l’animale in un contesto di dimensioni ridotte e dove confluiscono persone bisognose. Oggi, con una delibera di giunta, si corregge il tiro, anche perchè non è così insolito che al dormitorio si rivolgano clochard o persone seguiti da un cane.
“Il regolamento di accesso al servizio di accoglienza notturna per persone senza fissa dimora presso la caserma Passalacqua – si precisa in delibera – prevede espressamente il divieto di ammissione di animali da compagnia. Tuttavia diversi ospiti che abitualmente vengono autorizzati ad usufruire del servizio di accoglienza notturna specialmente nei mesi invernali, sono in possesso di cani da compagnia e quindi non possono accedere al dormitorio pubblico per l’impossibilità di farsi accompagnare dal proprio animale”. Ecco perchè si è ritenuto opportuno trovare una soluzione garantendo, da ora in poi, sia l’accoglienza dei senza fissa dimora al dormitorio sia la presenza notturna esterna, nel cortile annesso, “dei cani da compagnia debitamente vaccinati e “microcippati”, nel rispetto delle regole sanitarie e delle esigenze di tutti gli ospiti e del gestore della struttura”. Gli animali non potranno stazionare all’interno del dormitorio, ma dovranno rimanere di notte, sotto la piena responsabilità dei proprietari, nel cortile esterno, legati ad un guinzaglio regolamentare.
“Non sono moltissimi coloro che frequentano il dormitorio e hanno un cane – ci spiega don Dino Campiotti, responsabile della Cooperativa Emmaus che, insieme al villaggio ex Tav, gestisce i dormitori di Novara – In effetti, aprire l’accesso dei cani all’interno sarebbe un grosso problema: non solo di ordine igienico, ma anche per la carenza di spazi. La stessa norma vige anche all’ex Tav, una scelta dovuta alla presenza di numerosi bambini”.
Il dormitorio allestito presso l’ex caserma Passalacqua dispone di 24 posti autorizzati al primo piano, mentre l’emergenza freddo ne ha 19 al pianterreno. Sono quasi sempre interamente occupati: in qualche occasione, specialmente per l’emergenza freddo, “abbiamo accolto mamme con bambini, persone che fortunatamente sono rimaste per poco tempo, in attesa di una sistemazione più opportuna per loro”, conclude don Dino.