Approvata nei giorni scorsi in consiglio comunale la variante di corso Milano, dove nascerà un insediamento commerciale gestito da una società di sviluppo immobiliare.
Che poi sia Decathlon ad insediarsi od altro marchio, ancora non è chiaro. Anche se, infatti, sembra dato per certo l’arrivo del colosso dell’abbigliamento e dell’attrezzatura sportiva, di fatto nella delibera approvata in consiglio comunale il nome di “Decathlon” non emerge affatto e questa è stata la contestazione delle opposizioni a Palazzo Cabrino .
Ma andiamo per ordine: la variante sottoposta ai consiglieri comunali dall’assessore all’Urbanistica Marco Bozzola prevedeva l’insediamento commerciale, senza modificare per nulla la destinazione che è già prevista come da piano regolatore. Ma il dubbio è nato nel momento in cui si approva una delibera nella quale si parla di società di sviluppatori immobiliari, ma non di marchi. “Non è la prima volta che la giunta Ballarè cerca di brillare di luce altrui – sottolinea il capogruppo di “Io, Novara”, Daniele Andretta – Questa giunta cade continuamente nella tentazione di autocelebrarsi sfruttando la luce di grandi marchi”. Qualche esempio? “Stiamo ancora aspettando Amazon che due anni fa veniva data per certa come insediamento, tra gli altri, nell’area industriale di Agognate. E ci chiediamo, già che ci siamo, che fine abbia fatto tutta quell’operazione che, all’epoca, secondo la giunta, doveva essere conclusa in tempi rapidi per creare occupazione sul territorio. Non solo non c’è l’area industriale, ma non c’è nemmeno Amazon”. Per tornare a Decathlon, inizialmente, si dava per scontata la sua presenza nell’insediamento commerciale al quale si sta già lavorando che nascerà a Veveri.
“E quello è stato il primo capitolo: questo è il secondo. Sarebbe stato più semplice se l’assessore avesse presentato la variante, senza prima finire sui giornali con il nome di Decathlon. Ci auguriamo che stavolta, in corso Milano, il colosso dello sport arrivi davvero”. Una procedura cui la giunta sembra ormai abituata: “Amazon, Decathlon – continua Andretta – Lavazza e chissà quali altri marchi. Perchè spendere un marchio in questo modo? Non abbiamo imparato nulla. Dobbiamo accendere un lume di speranza affinchè questa società di sviluppo porti davvero Decathlon in corso Milano. Personalmente, e comunque parlo a nome del gruppo, di speranza e di fuffa siamo stanchi, così come dell’uso strumentale di questi marchi”.
Strenua sul progetto è stata la difesa dell’Assessore Bozzola che nella sostanza ha sostenuto che “Il valore dell’operazione rimane, quale che sia l’azienda che si va ad insediare. In questi casi comunque sempre le grandi aziende si avvalgono di sviluppatori immobiliari che si fanno promotori dei progetti: raramente i marchi agiscono in prima persona. Anche in questo caso è tutto assolutamente trasparente”.