Sarà Novara la casa di un nuovo laboratorio politico espressione dei moderati?
Salvo colpi di scena dell’ultima ora (si sa come la politica sia l’arte del possibile ma più spesse volte dell’incredibile!) sembra proprio che, dalla confusione che si è generata in vista delle prossime amministrative – anche a livello nazionale: ancora di qualche ora fa l’ennesimo nulla di fatto fra Berlusconi, Salvini e Meloni – i nodi si stiano dipanando sotto la cupola di San Gaudenzio, tanto da aprire le porte ad una coalizione, che ormai sembra nei fatti, che vede assommate le componenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Dc e Movimenti civici (da Io, Novara di Daniele Andretta a Blue Party di Antonio Pedrazzoli), ovvero una compagine moderata che si richiama ad istanze espressamente locali e che sulla carta avrebbe i numeri per dare seriamente del filo da torcere all’attuale amministrazione a guida Ballarè.
Insomma un’alternativa vera, per la quale i contatti si sono rincorsi frenetici nei giorni passati, non senza coperture di peso ai vertici dei rispettivi partiti. Anche perché Novara, città di medie dimensioni ma di importanza strategica rilevante, dove la vittoria alle amministrative ha sempre visto determinante il voto dei moderati, ben si presta a costituire un modello politico interessante, perlomeno da osservare con attenzione.
Ne è ormai convinto anche Diego Sozzani, coordinatore provinciale di Forza Italia, di recente protagonista suo malgrado di una “spifferata” che lo vorrebbe vicino all’Ala di Verdini. Circostanza quest’ultima seccamente smentita dal diretto interessato che sull’argomento ha minacciato querele “Ma che razza di modo di far politica è mai questo? Attribuirmi una posizione così netta senza nemmeno chiedermelo?”.
In verità l’interesse particolare a smottare il costruendo laboratorio in nome di un’alleanza (quella del palco di Bologna) troppo poco credibile in chiave locale c’è eccome, soprattutto in casa leghista, dove l’intenzione a voler correre con il candidato di bandiera (visti gli umori e gli “entusiasmi” suscitati votato ad una quasi sicura sconfitta) viene ormai vissuta dai potenziali ex alleati come un’ostinazione da parte del Carroccio a non voler fare i conti con la realtà.
Una realtà che vista da qui fa tremare le vene nei polsi, dato che ha portato, nel recente passato (medesimi i protagonisti), a consegnare la città, inaspettatamente, nelle mani del centrosinistra renzista.
Esperimento che con tutta evidenza non tutti sono intenzionati a voler ripetere.
Da qui il contatto allargato dei partiti di centrodestra con “il resto del mondo”, ovvero quella componente civica che, sebbene dialogante, ha preferito costruirsi un percorso autonomo, indicendo le elezioni primarie per la scelta del proprio candidato, in una competizione che ha visto scendere in campo (per ora, ma il termine per la presentazione delle candidature scade alle 12 di domani) Daniele Andretta ed Antonio Pedrazzoli.
Che i partiti tradizionali del centrodestra non abbiano la volontà di “strappare” al punto di partecipare alle primarie (data la riottosità dei loro vertici in materia, anche se in realtà lo strumento è già stato utilizzato sia da Fratelli d’Italia sia dalla Lega per la scelta dei rispettivi segretari) sembra ormai pacifico. Ma non è escluso che l’operazione “simpatia” che proprio dalle primarie potrebbe scaturire li voglia in qualche modo vedere protagonisti, se ed in quale forma sarà da vedere.
Peraltro è di qualche ora fa la notizia di una possibile discesa in campo di una lista civica autonomista, espressione dell’associazionismo insubre, intenzionata ad erodere il consenso leghista laddove quest’ultimo non si riconosce più nell’alleanza fra il Carroccio e Casa Pound e nella svolta nazionalista imposta anche a livello locale dal leader Salvini. Che questa opzione si concretizzi nei fatti è da vedere, resta però il dato politico di una spaccatura dentro la Lega (evidenziatasi anche nel corso dell’ultimo congresso) che avrebbe fatto ammettere allo stesso Giorgetti – plenipotenziario di via Bellerio al “tavolo” di coalizione – che la candidatura di Alessandro Canelli sia in effetti “debole” rispetto ad altre in campo.
Insomma se il quadro del centrodestra a livello nazionale appare ancora confuso, con i veti incrociati delle segreterie riguardo alle candidature nelle metropoli, sotto San Gaudenzio la soluzione sembra ormai esserci, al motto di “Novara ai novaresi”.
Un disegno certamente non gradito al Pd di Ballarè, già scosso dalla recente presentazione di una nuova formazione civica, questa volta di sinistra, guidata dall’avvocato Luigi Rodini, ben gradito negli ambienti del sindacato, ma anche delle professioni e che assomma componenti di Sel, ex socialisti e del Pd diversamente renziano.
Questo nella solo apparentemente silenziosa Novara degli ultimi anni, che tutto pare decisa a fare fuorché comportarsi alla Fantozzi, ovvero “subire” ancora…