Tanto gente, oggi, in Duomo per dare l’ultimo saluto a Sara Gambaro: lutto cittadino, bandiere a mezz’asta, rispetto e silenzio per una donna, mamma e moglie, morta durante l’espletamento del servizio. Sara era una vigilessa: i funerali solenni che si sono celebrati oggi a Novara hanno confermato il dolore per una vita giovane che è stata spezzata. Ma Sara era anche una moglie, di Flavio, e una mamma, di Samuele e Mattia, quei due figli che lei, purtroppo, non vedrà crescere e che, da parte loro, dovranno affrontare la vita senza il consiglio e la presenza della loro amata mamma. C’era tanta gente, stamattina, in Duomo, e ieri, alla Camera ardente allestita al Broletto, sono passate tante persone per salutare questa giovane donna.
“Non ci sono parole di consolazione capaci di asciugare le lacrime di una morte così incomprensibile – ha detto il vescovo Monsignor Brambilla, durante l’omelia – La mamma è la casa che con la sua presenza viene illuminata e riscaldata. E quando non c’è più questa casa sembra vuota, ma in realtà, la vostra mamma e moglie è come se fosse sfrecciata via con quella moto che amava tanto per preparare a voi un posto sicuro. Essa rimane dentro di noi”.
E ha proseguito: “In una società in cui ciascuno pensa a se stesso, ci sono professioni che ancora oggi non possono essere fatte senza passione, consapevoli del rischio che esse portano con sé. Talvolta ci chiediamo se non basti fare il minimo necessario, ma quando accadono questi fatti nasce una domanda: il lavoro ha solo un valore economico, serve solo alla dignità personale o è anche necessario per costruire la casa comune, la città dell’uomo, la vita collettiva?”.
Anche i colleghi hanno salutato Sara, ricordando innanzitutto il suo ruolo di mamma, poi quello di moglie e di splendida collega di lavoro; un addio a cui hanno preso parte anche gli agenti di vari comandi delle polizie locali, con delegazioni in alta uniforme provenienti da Roma e Milano, nonchè da tanti piccoli comuni piemontesi e lombardi.
Il sindaco Andrea Ballarè ha portato l’ultimo saluto a Sara, a nome dell’amministrazione e di tutto il Comune di Novara: “Ho visto Sara sulla tangenziale venerdì. E quando l’ho vista ho pensato che Novara, la nostra città, aveva perso oltre alla vita di Sara anche un pezzetto di se stessa, una parte della sua comunità. Quella comunità che è formata da noi amministratori che siamo qui per qualche anno e da tutti coloro che lavorano nel nostro Comune e da tutti i suoi cittadini. Perchè veramente ciascuno di noi è il Comune di Novara, ciascuno di noi rappresenta l’intero valore di quella che è l’istituzione cui tutti noi apparteniamo. E questo è vero a maggior ragione per una persona come Sara. Una che faceva il suo lavoro tutto intero, con impegno, serietà e passione”.