Spirito civico e apertura: sono le due parole d’ordine del movimento civico “La Città in Comune” che oggi lancia il candidato sindaco Luigi Rodini e le intenzioni rispetto al Governo della città di Novara.
Anime di sinistra che si fondono con una parte del mondo cattolico e professionale della città e che si pongono, ambiziosamente, l’obiettivo di arrivare dritti dritti al ballottaggio. E se così non fosse, al secondo turno, “non saremo certo la stampella di Ballarè”, chiosa Rodini a fine conferenza stampa.
Gli slogan che scorrono alle spalle dei relatori (con Rodini, Roberto Leggero, Corinna Merlo e Emilia Giubertoni) fanno infatti pensare che la futura lista del movimento civico non condivida granché quanto finora portato avanti dall’attuale sindaco.
“Voglio un sindaco che non se la tiri”, “Voglio un sindaco che sappia ascoltare” e ancora “Voglio un sindaco che la racconti giusta”. Sorride Rodini quando gli chiediamo se quegli slogan siano riferiti ad una figura istituzionale in particolare: “Noi non siamo contro nessuno – dice – Ballarè ha fatto alcune cose, si può fare sicuramente di meglio. Per questo stiamo lavorando ad una lista con volti nuovi provenienti anche da mondi diversi, siamo apertissimi alla partecipazione, come anche il nostro logo comunica. Siamo l’alternativa: sono un avvocato e mi piacerebbe fare l’avvocato di questa città con persone con le quali ho davvero molto in comune e con coloro che si sentono delusi dai partiti e da come si stanno muovendo”.
Tra il pubblico, i sostenitori di Rodini: Mimmo Ierace, Antonio Malerba, Bruno Lattanzi, Gianni Lucini, volti conosciuti che supporteranno dall’esterno l’avvocato novarese.
Non è un mistero che dietro Rodini ci siano anche diversi esponenti del Pd che, in prima battuta, avevano sostenuto Ballarè, per pentirsene dopo pochi mesi dalle elezioni, in un crescendo di polemiche interne approdate infine sui banchi del consiglio comunale.