2,5 milioni di euro per il centro di ricerca Ipazia, grazie a un bando regionale che sosterrà il centro per le malattie immuni e la risonanza magnetica nucleare
Due milioni e mezzo di euro per il centro di ricerca Ipazia. È il contributo che si è aggiudicata l’università del Piemonte orientale, grazie a un bando regionale. Dal punto di vista economico si tratta di un importante riconoscimento che andrà a finanziare il CAAD per 2.000.000 (su una spesa complessiva di 4.922.700) e PRISMA-UPO per 466.000 euro, a fronte di una spesa complessiva di 932.000.
Il Centro di ricerca traslazionale per le malattie allergiche e autoimmuni CAAD è frutto della ricerca svolta dall’IRCAD nel corso di 15 anni e dello sforzo congiunto di 4 dipartimenti UPO (Scienze della Salute, Medicina Traslazionale, Scienza del Farmaco e Scienze e Innovazione Tecnologica). CAAD raccoglie le competenze, le attività e le tecnologie necessarie a sostenere la ricerca e le opportunità industriali legate alla crescente domanda di medicina personalizzata, cioè la possibilità di selezionare la terapia in base alla costituzione genetica del paziente e di offrire innovative opzioni terapeutiche basate sull’identificazione di nuovi bersagli molecolari.
Il professor Claudio Santoro, coordinatore del CAAD, ha così illustrato gli obiettivi a breve termine: «Contestualmente all’avvio delle attività ambulatoriali e di ricerca applicata entro l’estate, il progetto prevede la costruzione di una bio-banca, la prima dedicata alle malattie autoimmuni e allergiche, e di una struttura per la sperimentazione preclinica in ambiente controllato, oltre l’ampliamento dell’attuale potenza di analisi, con sofisticati strumento per lo studio delle interazioni tra organismo e ambiente».
Il progetto PRISMA si pone l’obiettivo di ampliare e ottimizzare la capacità operativa dell’infrastruttura di ricerca dedicata alle tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare. Si tratta di un’infrastruttura già esistente, localizzata su due laboratori dell’UPO (uno a Novara presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco e uno ad Alessandria, presso il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica) già dotate di apparecchiature per la risonanza magnetica nucleare, ma insufficienti per far fronte alle richieste dell’utenza.
«La Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) – ha spiegato il professor Mauro Botta – è la tecnologia più avanzata a disposizione dei ricercatori per studiare gli aspetti strutturali delle molecole. Con questo progetto vogliamo rafforzare, ampliare e ottimizzare la struttura che aiuterà a migliorare gli standard educativi nella formazione universitaria e a rafforzare le attività di ricerca di Ateneo nelle aree della chimica, della biologia e della medicina. Un altro obiettivo rilevante dell’infrastruttura è la promozione della ricerca interdisciplinare mediante l’utilizzo dei molteplici e sofisticati esperimenti multinucleari e multidimensionali offerti dalla tecnica; infine abbiamo l’opportunità di mettere a disposizione della ricerca e dell’innovazione industriale un centro sperimentale all’avanguardia nella nostra regione».
«L’aggiudicazione del Bando – ha sottolineato il rettore Cesare Emanuel – dà nuova linfa all’innovazione e all’implementazione del patrimonio strumentale dell’Ateneo. Ciò è indispensabile per mantenere elevati gli standard qualitativi che i nostri laboratori, grazie anche al cospicuo autofinanziamento degli ultimi anni, hanno raggiunto e consolidato nel panorama nazionale. Siamo inoltre grati al Comune di Novara, che concedendoci a uso gratuito questo edificio testimonia il costante supporto all’Università del Piemonte Orientale e alla sua crescita nel territorio».