Domenica 15 aprile alle 15.00 in uno Stadio Sinigaglia che torna a vedere il pubblico delle grandi occasioni, il piccolo Gozzano affronta il grande Como da prima della classe, forse l’esame definitivo che può valere la storica promozione in serie C.
Parole, polemiche e schermaglie incrociate, questa è Como-Gozzano, adesso parli il campo
L’attesa è durata fin troppo, dopo due mesi di avvicinamento finalmente parlerà il campo, domani alle 15 allo Stadio Sinigaglia si gioca Como-Gozzano ed in palio c’è la serie C.
Da una parte ci sono 110 anni di storia condita da 13 stagioni di serie A e 34 di B, dall’altra la passione di un gruppo di rubinettai che volevano far giocare a pallone i ragazzi cusiani. Da una parte ci saranno 3000 spettatori in uno stadio che ha visto i takel di Pietro Wierchowod e le rovesciate di Stefano Borgonovo, dall’altra un pezzo di paese in gita su un lago solo un po’ più grande, che vuole vivere un sogno. Da una parte c’è un direttore tecnico che fa l’allenatore fino a 5 minuti prima che cominci la partita, dall’altra c’è un istrionico allenatore che dicono sappia parlare e scrivere bene, ma a parlare per lui sono molto di più i numeri della sua squadra. Como e Gozzano, due universi che in qualsiasi altro sport non si sarebbero mai potuti incontrare e che solo la sceneggiatura magica del calcio poteva realizzare. Per la storia il Davide rossoblù, incontra il Golia bianco azzurro, ma per il campionato i ragazzi di Marco Gaburro sono avanti due punti, con il miglior rendimento del girone (35 punti in 17 partite), la miglior difesa (12 gol subiti, come la Caronnese) e solo due sconfitte a Sesto ed Olginate, nel maledetto novembre nero dei cusiani. Alle 17 di domenica pomeriggio mancheranno solo 360 minuti alla fine del campionato, inutile dire che importanza rivestirà il match. Una battaglia cominciata già molto prima del fischio d’inizio, con schermaglie dialettiche, ammiccamenti, sospetti e polemiche alimentate dai social, ma tutto finirà con il fischio d’inizio alle 15 di domenica 8 aprile: che vinca il migliore, senza aiutini, clamorosi errori tecnici o pressioni ed influenze exta calcistiche; almeno così speriamo.