LA PARITA’
Un lampo di luce di Di Mariano, praticamente allo scadere, regala tre punti pesantissimi ad un Novara decisamente bruttino, al cospetto di un Cittadella leggermente più estetico, ma esageratamente penalizzato dal turnover voluto da mister Venturato.
Rispetto alle previsioni, Eugenio Corini, a sorpresa, inserisce Orlandi in mediana, sacrificando il tridente e Di Mariano, sull’altare di un modulo più accorto. Paradossalmente però, sarà proprio il centrocampo a denunciare i problemi maggiori, con un Ronaldo ancora troppo lento ed approssimativo, uno Sciaudone eccessivamente fuori dal gioco e proprio Orlandi a recitare da comparsa, spesso anche fuori posizione. Malgrado qualche errore, se la cava invece Moscati, che lavora molto in copertura e quando prende l’esterno ha gamba e forza per provare a dare qualche strappo, al ritmo esageratamente compassato degli azzurri, soprattutto nel primo tempo.
I veneti stanno a guardare nel primo tempo, ma nella ripresa palleggiano di più e meglio, ma per Montipò è un pomeriggio di ordinaria amministrazione, anche quando Venturato inserisce qualcuno dei suoi big. Senza il colpaccio di Checco Di Mariano, lo zero a zero sarebbe stata la naturale sintesi di un pomeriggio da sbadigli. Oltre alla solita e questa volta risolutiva verve dell’ex romanista, si segnala la prova complessivamente positiva della difesa; sicuro Montipò, presente Chiosa, senza fronzoli Troest, soldatino Golubovic, ed eroico con la sua fascia sporca di sangue Calderoni. Qualche lampo per Da Cruz e solo nella ripresa per Sciaudone, il resto è rivedibile.
LA CRONACA
Quando dopo 6′ minuti, Macheda a volo d’angelo colpisce di testa schiacciando per terra un pallone che si alza di poco sopra la traversa, impattando un bel cross di Golubovic dalla destra; sembra il prologo di un Novara che finalmente possa esorcizzare lo spauracchio Cittadella, e soprattutto ritrovare al meglio il bomber romano. Niente di tutto questo, perchè Macheda torna a recitare un ruolo da comprimario ed il Novara del primo tempo, arriva pericolosamente solo dopo una ripartenza ben condotta da Moscati, ma conclusa male con un tiraccio innocuo; mentre Da Cruz e Sciaudone si sbracciano per lo scarico facile che li avrebbero mandati in porta.
Il Citta fa ancora meno. Due le parate di routine per un attento e sicuro Montipò, su tiro dal limite di Chiaretti e su conclusione in diagonale di Arrighini, dopo un casuale rimpallo.
Nella ripresa le danze soporifere condotte dai granata producono fumo, mentre il Novara abbozza solo qualche ipotesi di contropiede. Qualcosina la prova Da Cruz, ad esempio un movimento simile a quello che porterà al goal, ma sul lato opposto. Ma l’olandesino che rientra bene dentro il campo, spara un sinistro a giro che purtroppo non vede la porta. Un gesto tecnico invece più volte provato da Di Mariano, che voglioso anche più del solito, forse anche vista l’esclusione, decide la partita accentrandosi da sinistra dentro l’area, proprio nell’ultimo minuto, prima di esplodere un destro che sorprende Paleari nell’angolo lontano.
IL TABELLINO
NOVARA-CITTADELLA 1-0
Marcatori: 94′ Di Mariano
NOVARA: 1 Montipò; 31 Golubovic, 2 Troest (K), 8 Chiosa, 27 Calderoni; 23 Moscati, 20 Ronaldo, 9 Sciaudone; 21 Orlandi (vK) (30 Maniero 69′), 10 Macheda (11 Di Mariano 57′), 15 Da Cruz (26 Chajia 83′)
A disp.: 12 Farelli, 25 Marricchi, 3 Del Fabro, 5 Casarini, 13 Bellich, 16 Schiavi, 24 Dickmann
All.: Eugenio Corini
CITTADELLA: 1 Alfonso (12 Paleari 45′), 3 Benedetti, 10 Chiaretti, 11 Kouame (9 Litteri 78′), 15 Caccin, 16 Bartolomei, 18 Arrighini (8 Iunco 67′), 20 Pasa, 21 Siega, 24 Adorni, 28 Camigliano
A disp.: 2 Salvi, 4 Iori, 7 Schenetti, 13 Varnier, 14 Pezzi, 19 Pelagatti, 27 Settembrini, 30 Bizzotto
All.: Roberto Venturato
Arbitro: Sig. Nasca di Bari – Assistenti: Sigg. Rocca di Vibo Valentia e Lombardi di Brescia
Quarto ufficiale: Sig. De Angeli di Abbiategrasso – Calci d’angolo: Novara 1 – Cittadella 2
Spettatori totali: 3136; abbonati: 2634; paganti: 502
Ammoniti: 43′ Pasa (C), 61′ Camigliano (C), 70′ Kouame (C), 81′ Di Mariano, 87′ Golubovic
Minuti di recupero: 3′ pt; 4′ st
IL MIGLIOR ATTACCO E’ LA DIFESA
“La miglior difesa è l’attacco” recita un adagio molto di moda fra gli esteti del calcio, coniato nell’era “sacchiana”, per testimoniare un concetto tanto semplice quanto sterile, secondo il quale chi tiene la palla per cercare il goal, di fatto la toglie dalla disponibilità degli avversari; indi per cui mentre attacchi ti stai anche difendendo. Tutto molto bello, peccato che spesso e volentieri gli avversari ti guardano giocare per infilarti bellamente, magari con un solo ed unico pallone recuperato. Per referenze chiedere a Zeman, che ha scolpito questo concetto nel marmo, ma oltre qualche coppetta parrocchiale, ha messo in bacheca poco altro. Quasi tutte le squadre vincenti, prima d’ogni altra cosa, vantano una fase difensiva granitica.
Tolte un paio di amichevoli estive contro nessuno, e per la prima volta in campionato, la porta azzurra esce dal confronto col Cittadella immacolata. Una notizia che fa ben sperare, perchè se innanzitutto non prendi goal, può succedere (come è successo) che un episodio ti dica bene e puoi portare a casa punti preziosi. La nostra difesa non sarà esteticamente bellissima da vedere, e senza Mantovani, denuncia evidenti difficoltà nella costruzione del gioco, ma se non prende goal, chi se ne frega. Se avessimo poi un attacco stellare ed infallibile, potremmo puntare a farne almeno uno in più dell’avversario, ma pare che le cose per ora non stiano precisamente così. Ergo, il miglior attacco è la difesa!
PRINCIPIO EDONISTICO
Il massimo dei risultati col minimo dello sforzo. Il principio edonistico applicato al calcio, sopratutto quando il calendario ti mette davanti tre partite in sette giorni, è davvero cosa buona e giusta. Ma l’interpretazione al minimo dei minimi tentata da Venturato, gli si è ritorta contro come un boomerang. Lasciare ai box tutti insieme Litteri, Iori, Schenetti, Salvi, Varnier e Iunco si è rivelato un azzardo esagerato, pagato a caro prezzo proprio quando i veneti già assaporavano il solito pomeriggio sereno all’ombra della Cupola. Lo ha capito molto bene Corini, che proprio nel ravvedimento dell’esclusione di Di Mariano, ha trovato la sua salvifica e vincente risorsa. D’altro canto edonista deriva dal greco “ἡδονή” che significa “piacere”, esattamente ciò che hanno assaporato i cuori azzurri al Piola, vedendo quella palla del “Dima” insaccarsi nella porta più vicina alla curva nord.
FRA ETICA ED ESTETICA C’E’ DI MARIANO
“Trahit sua quemque voluptas” lo scrive Virgilio nella Egloga, sostenendo che sta nelle cose tendere a ciò che più ci piace. E’ la logica del piacere di cui parlava anche Freud, nella soddisfazione dei bisogni primari, sia fisici che spirituali. Mangiare, dormire, ricerca dell’amore e della felicità, sono i macro argomenti a cui aspirano i comuni mortali. Per la speciale categoria del tifoso calcistico, fra i bisogni primari c’è da annoverare certamente anche la vittoria. Tre punti a partita da conquistare ad ogni costo, senza soffermarsi neppure un attimo sul come arrivarci. Nessun tentennamento o remora, macchiavellicamente vincere, il resto è fuffa. Non conta l’etica, tanto meno l’estetica. Di Mariano con un solo gesto spazza via Kant, Evodio e Sant’Agostino. Un solo tiro al 94′ che bianchetta tomi di filosofia. Vincere e basta, e che c’è frega se non siamo stati belli e non abbiamo meritato troppo. Fra etica ed estetica, nel calcio vince chi la mette in porta.
CONFUSIONE SPEZIA: APPROFITTIAMONE!
La Spezia è nel ristretto numero di città che vuole l’articolo determinativo davanti al nome, considerando quel “la” non come una particella indeclinabile, ma come un vero e proprio articolo. Si deve perciò obbligatoriamente dire la Spezia, della Spezia, alla Spezia, omettendo la maiuscola. Tutto chiaro? Per niente, perchè la squadra di calcio della città, l’articolo lo perde e si chiama solo Spezia, per di più chiama pure l’articolo maschile “lo Spezia calcio”. Questi sono confusi, approfittiamone! Una prova ulteriore ci viene dall’incredibile scambio di mercato Sciaudone-Bolzoni, con il nostro numero nove che arriva sotto la Cupola, e l’ex degente di Novarello che approda in riva all’arsenale. Per il nostro numero 9, inizio di campionato con qualche lampo, ma ancora poca continuità e soprattutto ancora la casellina vuota alla voce “goal realizzati”. La trasferta infrasettimanale di la Spezia martedì sera, contro lo Spezia, può diventare l’occasione migliore per far scattare la regola dell’ex.