A -3 dalle lezioni, botta e risposta fra Regione e Ufficio Scolastico su rilevamento e verifica delle temperature
Dopo l’ordinanza Regionale sulla veridica delle temperature a scuola, arriva la risposta dell’Ufficio Scolastico Regionale: “Ordinanza tardiva e impropria”. Ma Cirio non ci sta e risponde per le rime.
A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, si accende un vivace botta e risposta fra Il Presidente della Regione Piemonte ed il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. Il Governo infatti, ha chiesto che siano le famiglie a misurare la febbre autocertificando i figli prima che vadano a scuola. La Regione Piemonte però, con l’ordinanza n. 95 del 9 settembre 2020 firmata dal Presidente Cirio, ha disposto che siano le scuole a verificare le temperature, controllando così la veridicità dell’autocertificazione dei genitori.
Per l’Ufficio Scolastico Regionale, l’ordinanza è “tardiva e impropria” perchè lascia pochissimo tempo al sistema di riorganizzarsi e questo dopo che gli uffici avevano pianificato la complessa procedura di riavvio delle lezioni, differenziando ad esempio gli orari di ingresso per evitare assembramenti. Il direttore Fabrizio Manca si domanda come sarà possibile ora ricominciare da capo, avendo a che fare con scuole che hanno anche migliaia di studenti da ricevere.
Il Provvedimento regionale quindi, raccomanda a tutte le scuole la misurazione della temperatura prima dell’inizio dell’attività didattica e pone l’obbligo di verifica dell’avvenuta misurazione della temperatura corporea degli alunni da parte delle famiglie, con modulo di autocertificazione o sul diario: passaggi che potrebbero richiedere un eccessivo allungamento dei tempi dell’ingresso a scuola, con conseguenti rischi per la salute in caso di assembramenti, e per cui c’è il rischio non vi sia sufficiente personale.
Le linee guida del Governo, recepivano le indicazioni dell’Autorità sanitaria (CTS e IIS), affidando alle famiglie la misurazione della temperatura “senza ulteriori oneri per le medesime e per le scuole – spiega in una nota il dott.Manca – in un contesto fiduciario fra Stato e cittadino teso a responsabilizzare i genitori, mentre le Regione mette tutto in discussione”.
Il Direttore dell’Ufficio Scolastico mette in dubbio anche la legittimità del provvedimento regionale, innanzitutto per competenza: autonomia scolastica, poteri organizzativi del dirigente e rapporto scuola famiglia; sarebbero di esclusiva pertinenza governativa.
La risposta del Presidente Cirio non si è fatta attendere “da settimane si chiedeva al governo che la febbre venisse misurata a scuola” confermando che avrebbe proceduto con propria ordinanza, se da Roma non fossero intervenuti per tempo, per questo non accetta che si parli di ritardo da parte della Giunta, anche perchè già un mese fa aveva posto il problema all’Ufficio scolastico regionale, il quale aveva chiesto di attendere l’indicazione nazionale. Dunque per la Regione Piemonte, è stato solo il rispetto delle gerarchie istituzionali a far perdere tempo “perché le linee guida nazionali sono arrivate solo alla fine di agosto”.
Per concludere Cirio rimarca come la Regione Piemonte abbia lavorato con gli attori del territorio, anche oltre il proprio specifico mandato, anche per sopperire a carenze e ritardi statali. Ad esempio stanziando con 500.000 l’acquisto di termometri e termoscanner da destinare alle scuole, affinché, come succede per uffici pubblici e aziende; la temperatura si rilevi al momento dell’ingresso a scuola.
Da Roma intanto la Mnistra Azzolina fa sapere di non sceludere la possibilità di impungare l’ordinanza della Regione Piemonte, laciando ancora di più nell’incertezza le famiglie, a soli tre giorni dal rientro a scuola.