Con sempre maggiore insistenza ricorrono ‘’indiscrezioni’’ circa un ormai prossimo condono fiscale; risalendo l’ultimo ad ormai quasi quindici anni fa, a quanto par di capire, i tempi sarebbero ormai maturi.
A ben vedere, volendolo chiamare con il suo nome, un condono lo abbiamo già attualmente in corso; solo che – come usa oggi – gli hanno dato un nome inglese (“voluntary disclosure”), che anche a tradurlo in italiano ( ‘’collaborazione volontaria’’), è stato scelto in modo da cercare di non offendere troppo quelli che le tasse se le versano regolarmente.
Per chi non lo conoscesse, il meccanismo previsto dal Decreto Legge 28 gennaio 2014, n. 4 ‘’Disposizioni urgenti in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero’’ consente, appunto, a coloro i quali detengano all’estero attività finanziarie e beni immobili in violazione delle norme fiscali, di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, versando sì le imposte dovute, ma potendo beneficiare di notevoli abbattimenti delle sanzioni e ottenendo la non punibilità per i reati tributari. Se non è un condono questo….. Varato, mi sia consentito dire, da un Governo di Sinistra: quella stessa Sinistra che professa sempre che i condoni siano scandalosamente proibiti.

Daniele Andretta
Un altro condono già in corso è quello che prevede la riapertura dei termini delle dilazioni di pagamento in favore di coloro che sono decaduti da un precedente piano di rateazione con Equitalia (principalmente perché così pesante da non essere in grado di rispettarlo); con la legge di Stabilità 2014 è stata poi disposta la ‘’sanatoria’’ delle cartelle di Equitalia fino a 300 euro. Insomma, si può affermare che ce ne sia già abbastanza, basta informarsi un po’…
Da altre parti si legge che il prossimo condono, laddove venisse alla luce, sarebbe l’ottantunesimo dalla nascita della Repubblica; magari nel conto rientrano anche i condoni immobiliari, quelli sulla regolarizzazione degli extracomunitari e così via… certo è che il numero è impressionante, visto che la nostra Repubblica compirà 70 anni l’anno prossimo.
Allora, perché tanto parlare di un altro condono? Sarebbe sicuramente il benvenuto per i contribuenti in crisi a causa della grave situazione economica, ma anche il Fisco ha almeno un paio di problemi da risolvere.
Il primo è relativo ai limiti di pignoramento che sono stati imposti dal c.d. Decreto del Fare (la prima casa non si può più toccare e pignorare) che hanno ‘’spuntato’’ le armi a disposizione per il recupero dei crediti fiscali; il secondo è la tempesta di ricorsi che ci si attende in seguito ad una complicata vicenda giudiziaria che ha portato la Corte Costituzionale ad invalidare la nomina di centinaia di dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, cosa che – a detta di molti addetti ai lavori – renderebbe nulli gli atti di accertamento da loro firmati.
Ecco quindi che un bel condono consentirebbe di salvare faccia, capra e cavoli.
Con buona pace di dipendenti e pensionati, i quali – ci ha recentemente fatto sapere il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia – nell’anno 2013 hanno dichiarato l’82% del reddito totale Irpef. Ma anche qui un dato tutto da rileggere e da interpretare con attenzione: la crisi economica delle imprese e la sopravvenuta facilitata costituzione di nuove società di capitali (che non versano Irpef ma Ires) stanno dipingendo un quadro completamente diverso rispetto a soltanto qualche anno fa.
Daniele Andretta (Studio Societario Tributario)
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