A processo per rapina condannato per truffa. Novarese ritenuto responsabile di un raggiro da migliaia di euro ai danni di un commerciante alessandrino, condannato a 1 anno e 10 mesi per truffa aggravata
Come la trama di film: due valigette, una contenente 100mila euro, l’altra 400 milioni delle vecchie lire, un appuntamento al casello di Biandrate sulle corsie della A4 in un giorno d’agosto di sei anni fa, un giro per le campagne novaresi per attendere il momento propizio per lo “scambio” delle valigette, poi l’allarme improvviso “via via che arrivano i carabinieri” e lo “scambio” che sfuma, esattamente come i 100mila euro. Per quei fatti questa mattina il tribunale di Novara ha condannato a 1 anno e 10 mesi per truffa aggravata dall’entità della somma, un 51enne, residente nel novarese che era in realtà finito a processo con l’accusa di rapina. Tutto era iniziato ad Alessandria, città nella quale risiede la “vittima”, un commerciante, poi costituito parte civile al processo, che il novarese conosceva per motivi di lavoro; in realtà i due si erano conosciuti attraverso una terza persona, amica dell’uno e dell’altro, che poi li aveva fatti incontrare. All’origine la vendita dell’esercizio commerciale dell’alessandrino al quale era stata poi prospettata la possibilità di realizzare un “affare”: scambiare 100mila euro con 400 milioni delle vecchie lire, somma che, una volta cambiata in banca, avrebbe fruttato ben più dei 100mila euro originari. L’alessandrino aveva accettato di concludere l’affare, il primo incontro, poi sfumato “per motivi tecnici” in Sardegna, poi il “secondo tentativo”, che prevedeva lo scambio delle valigette al casello di Biandrate. L’alessandrino parte in auto con il novarese ed altre due persone, arrivano in zona casello, escono dall’autostrada e iniziano una serie di giri nelle campagne circostanti. Poi improvvisamente l’allarme “scappiamo, scappiamo, stanno arrivando i carabinieri”; attimi di confusione e concitazione durante i quali la valigetta con i 100mila euro dell’alessandrino sparisce. Il sospetto di essere stato raggirato al commerciante era venuto quasi subito ma solo parecchio tempo dopo aveva sporto denuncia. Erano partite le indagini dei carabinieri che avevano portato al novarese, che fu arrestato con l’accusa di rapina perché l’alessandrino aveva detto di essere stato minacciato con una pistola. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di carcere; il collegio, dopo aver riqualificato il reato da rapina a truffa aggravata, lo ha condannato a 1 anno e 10 mesi.