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Novara

Al Castello Sgarbi inaugura la “sua” mostra: passione e polemiche per un evento storico

Vittorio Sgarbi durante una pausa all’inaugurazione della mostra al Castello di Novara

NOVARA – Istrionico, provocatore, ridondante, puntiglioso ma anche ironico, guascone, stimolante, paziente ai limiti della pazienza con le decine di fans che lo hanno inseguito per un autografo o un selfie… Così Vittorio Sgarbi è arrivato a Novara, in forma smagliante, per inaugurare la “sua” mostra all’interno del Castello Visconteo Sforzesco ovvero 120 opere, tra dipinti e sculture, dalla fine del Quattrocento alla fine dell’Ottocento, che appartengono alla sua collezione privata, curata amorevolmente negli anni con l’aiuto della madre Rina Cavallini.

“Dal Rinascimento al Neoclassico. Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi” è più di una mostra itinerante in effetti (aperta dal 21 settembre al 14 gennaio. Tutti i dettagli qui), carica com’è per la città di San Gaudenzio di simboli e significati che legano il critico d’arte al recupero dell’antico maniero, da lui fortemente sostenuto fin dall’inizio. Fu lui infatti fra i primi a difendere strenuamente l’opera dei progettisti, in appoggio all’allora amministrazione Giordano che diede il via ai restauri, contro le accuse di eccessiva “ricostruzione dell’inesistente” avanzate soprattutto nel momento in cui venne issata la torre, da sempre oggetto di polemiche. Tredici anni e svariato milioni di euro dopo il Castello di Novara è una realtà (anche se alcuni lavori debbono ancora essere ultimati) e non è apparso singolare che il battesimo sia stato celebrato proprio con una mostra promossa da Sgarbi.

Foto di Mario Finotti

Capolavori di artisti come Guercino, Lotto, Niccolò dell’Arca, Guido Cagnacci, Artemisia Gentileschi, Francesco Hayez e Gaetano Previati sono dunque l’avvio dell’attività per il pluri-inaugurato castello, che, come ha sottolineato il presidente della Regione Chiamparino “si appresta a diventare un polo culturale di riferimento per il Piemonte, ma anche per la vicina Lombardia e per tutta l’Italia settentrionale”.

Un auspicio condiviso dal sindaco Alessandro Canelli e dalla presidente della Fondazione Castello Laura Bianchi Boroli che hanno lavorato per l’apertura della mostra, patrocinata dal Comune e dalla Regione, dalla Fondazione Cavallini Sgarbi e con la direzione artistica di Giovanni Lettini, Sara Pallavicini e Stefano Morelli.

A margine le polemiche di Sgarbi contro papa Francesco (accusato di “ateismo, perchè pone l’uomo al centro e non Dio”), contro Di Pietro (“perchè ha distrutto i partiti con il suo giustizialismo” ed è “la causa dell’esistenza di Grillo”) e sulle elezioni siciliane che lo vedono protagonista candidato, con tanto di brusca interruzione di una diretta tv su la 7 per contestare  i sondaggi presentati e che lo escludono dai risultati significativi della tornata elettorale (“Ma altri sondaggi ci danno oltre il 4 per cento il che porta a dire che siamo la sola vera novità di queste elezioni”: ha gridato ai microfoni).

Insomma Sgarbi! Ma anche l’affascinante racconto della sua passione per il collezionismo e della sua ferma volontà di condividere la bellezza “Tutto quello che avevo l’ho speso per acquistare opere d’arte. Ma non posso tenermele in casa. Mica ti puoi portare le opere d’arte nella tomba! Le acquisti per valorizzarle, preservarle e poi per far sì che possano essere viste ed ammirate da molti. E’ anche questo un modo per essere ricordato, una sorta d’immortalità…”.

Poi, dopo il classico taglio del nastro il giro fra le salette bomboniera allestite negli spazi della mostra – che possono contenere un numero limitato di visitatori per volta – con il critico infervorato a raccontare i dettagli delle opere esposte “La caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile. Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta molto oltre il desiderio e le aspettative”.

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