Al Maggiore il primo trapianto renale nel Nord Italia con il robot. L’ospedale novarese tra le prime strutture in Europa ad eseguire un trapianto con questa tecnica
Si chiama Vinci Xi, è un robot chirurgico installato per primo in Italia, all’azienda ospedaliera universitaria di Novara nel 2014 e finora è stato utilizzato dall’equipe urologica per oltre 400 interventi; lo scorso venerdì, 28 giugno, per la prima volta è stato utilizzato per un trapianto di rene da donatore vivente, una madre di 63 anni che ha donato il rene alla figlia di 43, affetta da una grave insufficienza renale cronica. “Un grande lavoro di squadra – ha commentato il direttore generale dell’Aou Maggiore, Mario Minola – che ha visto coinvolti diversi professionisti; un intervento fatto con passione, connotazione quest’ultima che spesso non viene riconosciuta alla sanità pubblica. Dietro a tutto questo c’è un grande atto d’amore di una madre per una figlia; una sinergia tra amore, passione e tecnologia. Il nostro ospedale finisce così in una “posizione europea”. Prendendo in prestito il gergo calcistico diciamo che il Maggiore sta giocando in Champions League”. L’intervento è stato eseguito dall’equipe della struttura complessa di Urologia, diretta dal professor Alessandro Volpe, in collaborazione con la struttura complessa di Chirurgia vascolare, diretta dalla dottoressa Carla Porta. “Il robot consente di eseguire operazioni complesse mediante sottili strumenti chirurgici che vengono inseriti attraverso piccoli fori praticati a livello addominale. Il trapianto è stato infatti eseguito attraverso 4 millimetriche incisioni che hanno consentito di introdurre gli strumenti robotici, cui si è aggiunta un’incisione a livello dell’ombelico attraverso la quale è stato introdotto il rene”. In sala operatoria era presente il dottor Alberto Breda, responsabile dell’equipe di trapiantologia renale del Fundaciò Puigvert di Barcellona, il primo chirurgo ad eseguire questa procedura in Europa nel 2016. Il trapianto con il robot chirurgico è un’innovazione clinica molto significativa. Il Centro trapianti renali del Maggiore, diretto dal professor Vincenzo Cantaluppi, è una delle unità più attive in questo ambito a livello nazionale: dal 1997 ad oggi sono stati eseguiti 1324 trapianti, dei quali 125 da donatore vivente, con ottimi risultati in termini di sopravvivenza del rene trapiantato. “Negli ultimi anni la proporzione di trapianti da donatore vivente, rispetto ai trapianti totali, ha superato il 20%, raggiungendo gli standard dei paesi europei più virtuosi in questo settore”. “Ogni tentativo mirato a migliorare i risultati del trapianto renale – ha commentato il professor Volpe – risulta estremamente importante per valorizzare al massimo ogni donazione, in modo ancor più importante se eseguita da un donatore vivente. La chirurgia robotica permette vantaggi in termini estetici, con la riduzione delle incisioni chirurgiche, ma soprattutto di qualità della procedura, con minor trauma chirurgico ed elevatissima precisione delle suture, che si può riflettere in un più rapido decorso post operatorio, in un ottimale miglioramento della funzione renale ed in una riduzione delle complicanze chirurgiche”. L’ospedale Maggiore di Novara, l’anno scorso, per numero di trapianti, si è collocato al 6° posto in Italia; a tutt’oggi, dall’inizio dell’anno, sono già stati eseguiti 10 trapianti. A livello di trapianti in generale, quindi non solo renali, in Italia nel 2018 c’erano 8700 persone in lista d’attesa. “Aumenta il numero dei donatori ma quello delle persone in attesa è ancora elevato”.