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Novara

Al Mossotti il contributo scolastico diventa obbligatorio e si scatena la polemica

Inizia male l’anno all’istituto Mossotti di Novara dove una circolare a firma della dirigente ha fatto imbestialire famiglie e studenti. La circolare numero 25 parla di contributo scolastico, un modo per tirare avanti con i lavori e le manutenzioni anche in tempi difficili come quelli che si stanno affrontando. Ed è così che la lettera esordisce, chiedendo aiuto alle famiglie degli studenti per sistemare le aule, i banchi, le sedie, i serramenti, risanare muri ed intonaci, ripristinare i bagni e i vari accessori sanitari ivi presenti. Un contributo, quello scolastico, che, in una scuola pubblica potrebbe essere concesso, ma solo su base volontaria. In realtà come cita la c. 25, il Consiglio di Istituto, quest’anno, ha deliberato all’unanimità “che per poter frequentare e usufruire delle attività di ampliamento dell’offerta formativa e dei servizi, il contributo sia trasformato da volontario a palesemente obbligatorio”.

Dal tono in cui prosegue la lettera inviata alle famiglie e che compare sul sito internet della scuola stessa, emerge proprio un atteggiamento al limite del “minatorio”, ossia, o fornisci il contributo, oppure non parteciperai ad attività extrascolastiche come “visite, viaggi di istruzione, uscite didattiche e sportive, soggiorni linguistici e scambi, orientamento in uscita, tirocini formativi, stage e alternanza, partecipazione a concorsi, e tutto quanto ampliamento dell’offerta formativa “. Ovviamente lo studente che non pagherà il contributo poco volontario e molto obbligatorio sarà anche escluso dall’accesso a wifi e alla banda larga, nonchè dai progetti di impresa simulata, job placement, inserimento nel mondo del lavoro, stage, tirocini e quant’altro. Uno spettro che inqueita gli studenti, soprattutto quelli che sono in quinta e che quest’anno avranno il percorso, toruoso, che li porterà alla maturità.

Della questione, che ci è stata ripetutamente segnalata da diverse famiglie di studenti del Mossotti, si sta occupando anche il senatore Carlo Martelli, M5S, il quale sostiene che quello sia “un malcostume diffuso in tante scuole italiane che, per sopperire alla carenza di risorse dal pubblico, chiedono aiuto alle famiglie“. Finchè questo grido d’aiuto non viene formalizzato attraverso una circolare e viene lanciato e recepito in modo volontario, tutto bene. Ma in una scuola pubblica imporre un contributo “peraltro senza nemmeno poter considerare eventuali agevolazioni fiscali da fascia Isee – prosegue Martellinon dovrebbe per niente avvenire. Il rischio – prosegue il senatore – è che le scuole utilizzino le famiglie come fonte di finanziamento per questioni legate addirittura, come in questo caso, all’edilizia scolastica che è competenza dello Stato“. Sappiamo bene in quali condizioni versi la Provincia, in questo momento, ma questa spada di Damocle sulle famiglie degli studenti del Mossotti potrebbe pesare parecchio, anche perchè non si parla di una manciata di euro, ma di 105 euro a studente, come gli alunni stessi ci confidano.

La capacità di spesa della famiglia, con una circolare del genere, non viene nemmeno tenuta in considerazione. Qui si fa un mero calcolo matematico: ammontare degli investimenti necessari per determinati lavori diviso per il numero degli studenti. Tutto qui. Lo dimostra anche il fatto che tale contributo è diversificato da scuola a scuola. L’istituto decide in base alle proprie necessità e chiede il finanziamento alle famiglie“.

Martelli annuncia un’interrogazione sull’argomento: “Capisco le esigenze delle scuole e dei dirigenti che cercano di arrabattarsi in una situazione non facile di carenza o assenza in molti casi di trasferimenti dagli enti competenti. Ma un’iniziativa del genere grava pesantemente sulle famiglie e in questo momento non è corretto né rispettoso. Forse sarebbe meglio rinucniare ad un nuovo aereo presidenziale e aiutare le scuole (e quindi le famiglie) che versano più o meno tutte in queste condizioni“.