LA PARTITA
Corini non lancia Maniero, conferma Macheda al centro dell’attacco a tre, premiando Di Mariano con la maglia da titolare, dopo l’esploit da tre punti di sabato scorso. Le altre pedine sono praticamente quasi obbligate. Montipò in porta, Goluboic e Calderoni esterni bassi, Troest e Chiosa centrali. Chiavi del centrocampo a Ronaldo, con Sciaudone spesso a fargli da raccordo da sinistra e Moscati a destra. Davanti oltre ai due già citati Macheda e Di Mariano, ad alternarsi sull’esterno con l’ex romanista c’è Alessio Da Cruz.
L’ex azzurro Fabio Gallo mescola un tantino le carte, con un 3-5-2 atipico, visto l’inserimento da interno di Mastinu, che spesso accorcerà verso le punte Marilungo e Granoche, in una sorta di 3-4-3 più accorto.
L’inizio degli azzurri è come al solito troppo timido e sotto la curva Ferrovia, gli attacchi Acquilotti sembrano più di ciò che realmente sono. La pressione dello stadio Picco (per la verità con meno presenze del solito) la subisce in un tutta evidenza anche l’arbitro Pinzani, che a lungo andare comincerà a fischiare in base al rumoreggiare del pubblico di casa.
Come successo a Carpi e contro il Parma, il fortino cade al primo affondo. Doppio calcio d’angolo regalato e sulla seconda battuta da destra, il solito presepe azzurro di belle statuine disposte a zona dentro l’area piccola, subisce il tocco vincente sulla linea di Marilungo, dopo una spizzata sul primo palo.
Siamo solo al 12′ e come già visto, comincia il timido ma poi sempre più convinto tentativo di risalire la corrente, che vedrà nella parte centrale del secondo tempo, una chiara ma infruttuosa pressione novarese verso la porta ligure.
Peccato perchè la rete spezzina arriva dopo un paio di buone cose, soprattutto per merito di Sciaudone, la cui intraprendenza a tutto campo faceva sperare in una gara da protagonista. Poi però l’applaudito ex, esce piano piano dai giochi, non quanto Macheda che proprio dopo quel discreto inizio diventa un ectoplasma, riapparendo solo al quarto d’ora della ripresa, per la sostituzione con Maniero. Il primo tempo, che il mister definirà “in controllo” è in realtà un abulico sciorinare di passaggi, (spesso sbagliati) che diventa il manifesto dell’attuale lentezza del nostro centrocampo. Quando si trovano difese schierate, se non sai far girare palla con una certa velocità, il pertugio non lo trovi, se non con qualche giocata del singolo (vedi Di Mariano Vs Cittadella). Ovvio che chi va in vantaggio, anche in modo casuale come è riuscito a Carpi, Parma e Spezia, a meno che non abbia Zeman in panchina, tende ad arretrare a coprire la propria metà campo dietro la linea della palla. Quindi ciò che per Corini è “controllo della partita” a noi pare più il calcolato risultato del pragmatismo degli avversari, e quindi una sterila supremazia territoriale dettata da semplice inerzia.
Certamente la pressione chiara della ripresa, guarda caso con l’ingresso di un centravanti vero come Maniero, denota il grande carattere di questa squadra e l’unione di intenti formatasi dentro e fuori lo spogliatoio intono a Corini, e questo al momento risulta davvero un patrimonio importante da preservare assolutamente. Detto che le 3/4 nitide palle goal avrebbero più che ampiamente fatto meritare il pareggio (esattamente come contro Carpi e Parma), e detto anche che lo Spezia non ha fatto assolutamente nulla (oltre al golletto) per prendersi tre punti così pesanti; resta inteso che anche le occasioni avute al Picco, risultano frutto più di casualità, piuttosto che di uno sviluppo armonico ed organizzato del gioco. La manovra azzurra non ha ancora una fisionomia chiara, è troppo lenta e vive di improvvisazione e di strappi. La fiducia nel tecnico resta immutata, anche viste le defezioni e le difficoltà di inserimento/adattamento di alcuni elementi.
CRONACA e TABELLINO
Non si può neanche dire di essere capitolati al primo tiro in porta, perchè la rete di Marilungo è un tocco sulla linea da zero centimetri, il punto è capire da dove nasce. L’attenzione va ai due corner da cui trae origine il misfatto. Una palla gestita male da Troest, a cui assolutamente non si può chiedere di andare oltre la marcatura, e poi una sparacchiata insulsa di Golubovic che poteva addirittura mettere già palla e ripartire senza essere disturbato: perchè tutto questo terrore?
Fatto sta che sul secondo corner al minuto 12′, Mastinu mette forte a giro sul primo palo, Granoche salta davanti a Troest e lo inganna, il tocco di testa dello svedese scavalca tutti e spunta sul secondo palo dove Marilungo solo soletto la mette dentro da due passi.
Per vedere il primo tiro azzurro bisogna arrivare fino al 6′ della ripresa, quando FINALMENTE Corini rinuncia agli sperimentali quanto astrusi schemi su punizione, dando il la al destro di Ronaldo. La palla ben indirizzata sul secondo palo rimbalza a terra prima di trovare la mano aperta di Di Gennaro proteso in tuffo.
La “madre” di tutte le occasioni azzurre si sviluppa a partire dal 18′, quando proprio da corner Ronaldo la butta in area, dove Maniero svetta in mezzo al traffico indirizzando bene nell’angolo, ma Di Gennaro è prodigioso, sulla respinta c’è Chiosa che però deve quasi avvitarsi per provare a buttarla dentro, trovando il corpo del portiere ancora a terra su cui si genera un flipper beffardo che ricaccia ancora fuori la sfera; Chajia (subentrato a Sciaudone) è nei paraggi e dopo un dribling verso il fondo cerca il primo palo dove sempre Di Gennaro si guadagna la pagnotta con il quarto intervento salva risultato in una sola azione.
SPEZIA-NOVARA 1-0
Marcatori: 12′ Marilungo
SPEZIA: 33 Di Gennaro, 3 Lopez, 6 Ceccaroni, 19 Terzi (K), 21 Pessina, 23 De Col, 24 Vignali (17 Calabresi 60′), 25 Maggiore, 26 Mastinu (14 Giorgi 70′), 29 Granoche (vK) (18 Okereke 65′), 39 Marilungo
A disp.: 1 Bassi, 4 Capelli, 5 Giani, 7 Bolzoni, 9 Forte, 11 Soleri, 13 Augello, 20 Acampora, 28 Masi – All.: Fabio Gallo
NOVARA: 1 Montipò, 2 Troest (K), 8 Chiosa, 9 Sciaudone (26 Chajia 62′), 10 Macheda (30 Maniero 61′), 11 Di Mariano, 15 Da Cruz, 20 Ronaldo (21 Orlandi 81′), 23 Moscati, 27 Calderoni (vK), 31 Golubovic
A disp.: 12 Farelli, 22 Benedettini, 3 Del Fabro, 13 Bellich, 16 Schiavi – All.: Eugenio Corini
Arbitro: Sig. Pinzani di Empoli – Assistenti: Sigg. Fiore di Barletta e Margani di Latina
Quarto ufficiale: Sig. Cipriani di Empoli – Calci d’angolo: Spezia 7 – Novara 5 – Ammoniti: 25′ Marilungo (S), 28′ Sciaudone, 44′ Maggiore (S), 69′ Lopez (S), 78′ Maniero, 80′ Ronaldo, 83′ Chajia, 86′ Ceccaroni (S) – Minuti di recupero: 0′ pt; 4′ st
TRE INDIZI FANNO UNA PROVA
Tre sconfitte praticamente in fotocopia e tre indizi che fanno una prova: gli azzurri partono troppo timidamente, e quando vanno sotto, con le difese schierate, non sanno pungere a dovere. Se è pur vero che subiamo poco o niente, è anche vero che non sappiamo finalizzare. Visto che al momento è difficile ipotizzare un’improvvisa impennata della produzione offensiva, sarebbe meglio evitare di andare in svantaggio e per fare questo, converrebbe approcciare le partite in maniera decisamente diversa. Un po’ di “garra” iniziale non guasterebbe please.
PIU’ POMPEO CHE RONALDO
Doveva essere il nostro faro di centrocampo, ma da quanto visto sino ad ora, come minimo c’è da cambiargli la lampadina. Pompeo Ronaldo Da Silva, indubbiamente uno dei colpi estivi più importanti del mercato azzurro, non sta incidendo come tutti speravano. Il brasiliano ha certamente confermato alcune qualità, come la facilità di calcio con entrambi i piedi, un buon cambio di lato e alcune interessanti verticalizzazioni, ma è apparso esageratamente lento ed impacciato nell’impostazione, piuttosto imbarazzato dal pressing avversario, timido nei contrasti e stranamente troppo impreciso anche nel fraseggio corto. In particolare, quando attaccato rischia di perdere palloni sanguinosi, facendoci trovare scoperti e quindi doppiamente vulnerabili. Per ora dunque più Pompeo che Ronaldo, ma esiste un’alternativa valida all’ex laziale? Molto difficile con l’attuale centrocampo a tre, ma non impossibile. Sciaudone ad esempio lo ha già mostrato nella gara stessa di Spezia, in attesa del rientro di Casarini, che lo ha già fatto anche in passato. Certamente non può essere una soluzione l’Orlandi visto in questo scorcio iniziale di stagione, il suo ingresso in campo al Picco, proprio in luogo di Ronaldo è stato addirittura sconsolante. Ma si può sempre cambiare impostazione, in concomitanza del pieno recupero di Maniero e dello stesso Casarini. Pensiamo ad un 4-2-3-1 con la coppia di centrocampisti davanti alla difesa, dove eventualmente lo stesso Ronaldo sarebbe più arretrato e quindi meno attaccabile dal pressing avversario e comunque più protetto ed “aiutato” dallo stesso Casarini. Un progetto tecnico che può reggere solo con un centravanti boa (Maniero) che faccia da vertice alto della piramide, capace di reggere il fronte d’attacco e far salire la squadra.
CHE “PUNIZIONE” LA PUNIZIONE
Al Picco, come per altro in tutte le gare fino ad ora disputate, il Novara ha avuto a disposizione un discreto numero di calci di punizione da posizioni anche molto invitanti. L’esito complessivo delle stesse è decisamente sconfortante, ma spiccano un incrocio dei pali ed un paio di conclusioni molto pericolose, partite dai piedi proprio di Ronaldo. Insomma, quando il brasiliano ha provato a calciare direttamente, si è intuito che possiamo essere pericolosi e varrebbe la pena insistere, quando invece abbiamo dato corso a cervellotici schemi tesi a trovare altre soluzioni, i risultati sono stati impietosi. Delle due l’una: o si perfezionano gli schemi e si mettono in atto solo dopo adeguati risultati in allenamento, oppure sarebbe molto meglio lasciare a Ronaldo il compito di perfezionare sopratutto il suo destro non banale.
SCHIERARE IL SOLDATO MANIERO, E’ UN ORDINE!
La Spezia doveva e poteva essere il giorno dell’esordio da titolare di Maniero. La scelta di confermare Macheda non ha pagato, mentre l’ingresso dell’ex barese ha subito mostrato la differenza. Avevamo la sensazione di poter prendere più spesso le fasce e crossare nel mezzo, ma senza un terminale offensivo, i troppi palloni verso il niente dell’attacco azzurro, sembrano aver portato i nostri esterni alla ricerca spasmodica dell’accentramento. Sarebbe un peccato, perchè con Maniero in mezzo all’area, acquisteremmo una pericolosità mai sfruttata, proprio per le qualità aree del napoletano. Senza contare di quanto sia bravo a lottare con i difensori nel tenere palla, nel cercare la sponda e ritornare palla ai compagni per gli inserimenti da dietro. Nelle settimane scorse scrivevamo di quanto fosse importante “salvare il soldato Maniero”, a maggior ragione dopo la gara del Picco. C’è un dispaccio urgente per mister Corini:”schierare il soldato Maniero, è un ordine!”.