C’è uno strascico polemico alla partita vinta dal Novara col Cesena, i tifosi cesenati chiedono e ottengono il permesso per uno striscione commemorativo, poi il diniego all’ingresso. Ma al Piola il Questore non da passare neppure i rossetti delle signore.
Al Piola non può entrare nulla, neppure uno striscione in memoria di un amico e i tifosi del Cesena si arrabbiano col Questore
Signore e signorine che volessero venire allo Stadio Silvio Piola per vedere una partita del Novara calcio, sappiano che è meglio non portare rossetto, mascara o peggio limette o pettini; potrebbero essere sequestrati, in quando ritenuti “oggetti atti ad offendere”. Inutile dire che fine facciano oggetti di uso comune come gli accendini, meglio evitare., e se piove scordatevi l’ombrello, anche se piccolissimo. E un quotidiano? Niente da fare, se arrotolato potrebbe trasformarsi in una pericolosa arma e serve a poco spiegare che sei un giornalista e che si tratta di uno strumento di lavoro. C’è chi racconta di aver dovuto sorreggere l’anziano padre per accompagnarlo sugli spalti, perchè senza autorizzazione il bastone di sostegno “mi spiace, ma non entra”.
Niente da contestare solo minuziosa solerzia nel far rispettare le normative da parte del Questore di Novara. A poco serve fare paragoni con gli altri stadi d’Italia, detto da chi la penisola del calcio l’ha girata in lungo ed il largo seguendo proprio il Novara calcio, visto che altrove l’interpretazione è tutt’altro che stringente e si vede entrare sugli spalti veramente di tutto. Da un eccesso all’altro? Può essere, ma al lungo elenco di oggettistica fermata dalle strette maglie della Questura novarese al Piola, questa volta il “diniego” più che il divieto, sta facendo rumore a Cesena, dove sono tornati con le pive nel sacco i tifosi romagnoli dopo la sconfitta rimediata dalla loro squadra.
A far arrabbiare i bianconeri non è tanto la capocciata di Riccardo Maniero che ha regalato i tre punti agli azzurri, quando ciò che accaduto prima della partita. “In settimana è venuto a mancare un ragazzo di noi, un amico, un nostro fratello, un ragazzo che veniva in curva ed aveva la nostra stessa passione per il Cesena – scrivono in un comunicato gli ultrà cesenati – e come sempre accade in queste situazioni,decidiamo di fare uno striscione da portare a Novara in suo ricordo e per evitare problematiche, che non dovrebbero esistere, già mercoledì mattina viene avvisato lo S.L.O”. L’acronimo S.L.O. Non è nient’altro che “Liaison Officer” figura che ha il compito fondamentale di intrattenere adeguate relazioni con il pubblico del club calcistico in cui presta il proprio servizio, nell’occasione però qualcosa deve essere andata storta, malgrado lo stesso S.L.O avesse dato l’Ok all’iniziativa degli ultrà romagnoli a ricordo del proprio amico. “Arrivati allo stadio, di venerdì lavorativo, ci viene negato l’ingresso di questo striscione con una scusa piuttosto assurda , lo striscione non può essere introdotto all’interno dello stadio perché “non inerente l’evento sportivo”.
Ben conoscendo la relativa elasticità del Questore, i tifosi novaresi non si stupiscono più di tanto, ma agli ospiti non va giù che nella stessa partita, nella curva opposta sia stato esposto uno striscione dello stesso tenore, che il gruppo Nuares ha voluto dedicare all’ex mister azzurro Emiliano Mondonico. Totalmente contrariati, alcuni supporters romagnoli hanno quindi preso una decisione drastica: non entrare neppure allo stadio e chi ci è comunque entrato, ha rimosso tutti gli altri striscioni entrati regolarmente. “Abbiamo provato a far far capire al responsabile che è una follia – scrivono i cesenati – ma niente da fare lo striscione non entra “GRAZIE” alla decisione del questore di Novara” e concludono rimarcando l’evidente rammarico “di non aver potuto onorare come avremmo voluto la memoria dell’amico Gagio scomparso, di aver preso ore di permesso al lavoro, aver affrontato un viaggio di 400km per veder calpestati i nostri diritti e la nostra libertà!!”.