E’ la voce della disperazione quella che, al telefono, ci risponde: Ale Sandra ci racconta la sua storia, una storia fatta di difficoltà e di problemi, specialmente da quando, tre anni fa, ha perso il proprio lavoro. Il 12 gennaio, tra otto giorni, l’ufficiale giudiziario arriverà nell’appartamento dove Ale Sandra vive con il figlio di 14 anni e sfratterà madre e figlio. Uno sfratto esecutivo forzato, stavolta, dopo una proroga ottenuta qualche mese fa.
“Non so più cosa fare – ci dice tra le lacrime – Sono disperata. A maggio dell’anno scorso, in Comune, a fronte dell’impossibilità a pagare l’affitto nell’appartamento dove vivo, di proprietà di un privato, l’assessore Paladini aveva contattato l’avvocato della parte avversa, proponendo a garanzia il pagamento della morosità incolpevole. Nel frattempo, ho partecipato al bando per l’emergenza abitativa. Mi avevano detto che nel giro di qualche mese avrei potuto avere un alloggio in emergenza. Ho tirato un sospiro di sollievo, credevo che le cose stessero andando avanti in questa direzione e, invece, ecco che il 12 arriverà l’ufficiale giudiziario e io e mio figlio saremo per strada”.
Ale Sandra, a giugno, inizierà un nuovo lavoro. Si tratta di tamponare una situazione per qualche mese, poi sarà anche in grado di pagare un affitto. “Il Comune mi propone il Centro di prima accoglienza e chissà per quanto tempo prima di assegnarmi un alloggio. Vorrei che mio figlio avesse una casa vera. L’ho perso per tanto tempo, anni fa; poi, quando aveva dieci anni, ho avuto l’affidamento esclusivo, dopo perizie psichiatriche e violenza psicologiche e fisiche che ho dovuto subire. Lui vuole stare con me, ma per il suo equilibrio devo almeno garantirgli una collocazione”.
Ale Sandra sarebbe anche disponibile, per questi sei mesi, a condividere un alloggio in cambio di assistenza e di pulizie.
Lo scorso anno, colpita dal primo sfratto, Ale Sandra era stata aiutata attingendo al fondo bloccasfratti, ma partecipando al bando per l’emergenza abitativa, le cui assegnazioni, ad oggi, sembrerebbero essere bloccate.
“Arrivata a questo punto, non so davvero più cosa fare. Spero che qualcuno mi aiuti e mi dia l’opportunità di continuare dopo tutte le difficoltà che ho passato. Non capisco perchè nessuno mi abbia detto che non avrei avuto la casa in emergenza. Il Sindaco dice che darà la priorità agli italiani nell’assegnazione delle case popolari. Io vivo qui da anni eppure rischio di finire per strada. Non ce la faccio più”.
“Comprendo la difficile situazione psicologica che sta vivendo la signora, con la quale ho parlato ripetutamente nelle scorse settimane per capire bene quale fosse la sua situazione e in che modo noi potessimo, eventualmente, darle una mano – dice il sindaco Alessandro Canelli – La signora ci ha spiegato che nel mese di maggio 2016 le era stato assicurato dal Comune di Novara che nel giro di poco tempo avrebbe avuto l’assegnazione di una casa d’emergenza essendo lei in procinto di essere sfrattata. Purtroppo ciò non è avvenuto, anche perché esiste una graduatoria che va rispettata. Non so per quale motivo la signora si sia convinta, o illusa, che in poco tempo avrebbe avuto la disponibilità di una casa d’emergenza, quello che so è che mi sono mosso immediatamente, insieme ai servizi sociali, contattando anche il suo avvocato per trovare una soluzione tampone nel più breve tempo possibile e nel più totale rispetto delle leggi e che, soprattutto, garantisse a lei e a suo figlio di avere una soluzione dignitosa in attesa che vi fosse la disponibilità effettiva di case di emergenza. Il tutto nel rispetto della graduatoria e dei diritti anche delle altre persone che vivono la stessa situazione della signora. Abbiamo trovato infatti una soluzione temporanea in un centro di pronta accoglienza dove la signora può recarsi. Purtroppo, a oggi, continua a rifiutarlo ma, seppur a malincuore, in questo momento ci troviamo nell’impossibilità di fare altro. Potrebbe accadere che nelle prossime settimane Atc liberi nuovi appartamenti da affidare all’emergenza abitativa ed è quindi possibile che la signora trovi una sistemazione definitiva, sempre rispettando le graduatorie in essere, in tempi brevi. Comunque sia, una soluzione temporanea l’abbiamo già trovata”.