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Alimenti: obbligo di indicare il luogo di produzione, Coldiretti punta a maggiore trasparenza

Alimenti: obbligo di indicare il luogo di produzione, Coldiretti punta a maggiore trasparenza sull’origine delle materie prime con la campagna #stopcibofalso

Obbligo di indicare lo stabilimento in cui è stato confezionato un alimento. La nuova normativa è ufficialmente entrata in vigore (da ieri, 5 aprile). Ma intanto Coldiretti prosegue con la campagna #stopcibofalso, che punta a rendere obbligatoria anche l’indicazione sull’origine delle materie prime.

Sara Baudo, presidente della Coldiretti Novara e Vco, spiega così ai consumatori la nuova normativa: “Si tratta di un norma per consentire di verificare se un alimento è stato prodotto o confezionato in Italia, sostenuta dai consumatori, che per l’84% ritengono fondamentale conoscere, oltre all’origine degli ingredienti, anche il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole”.

Sulle etichette è quindi diventato obbligatorio indicare sede e indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento. Con l’obbligo arrivano anche sanzioni, in caso di inadempimento, che vanno da 2.000 euro a 15.000 euro, per la mancata indicazione della sede dello stabilimento o se non è stato evidenziato quello effettivo nel caso l’impresa disponga di più stabilimenti. Se l’operatore del settore alimentare disponga di più stabilimenti, è consentito indicare tutti gli stabilimenti purché quello effettivo sia evidenziato mediante punzonatura o altro segno identificativo, mentre nel caso di prodotti non destinati al consumatore finale ma alla ristorazione collettiva (es. ristoranti, mense) o all’azienda che effettua un’altra fase di lavorazione, ci si può limitare a indicare la sede dello stabilimento solo sui documenti commerciali di accompagnamento.

“Dopo l’abrogazione, l’Italia ha stabilito la reintroduzione di questa norma nello scorso ottobre al fine di garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo. Un importante risultato sulla strada della trasparenza – commenta ancora Baudo – che la nostra Organizzazione percorre da sempre a favore dei consumatori e a garanzia della salute dei cittadini. Ora, insieme allo stabilimento di lavorazione è necessario prevedere l’indicazione obbligatoria d’origine degli ingredienti poiché ancora oltre 1/4 della spesa degli italiani è ancora anonima. Per questo continuiamo la battaglia verso la tracciabilità”.

Coldiretti insieme alla Fondazione Campagna Amica ha avviato la raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiamo la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. E’ possibile firmare la petizione sul sito: www.novara-vco.coldiretti.it oltre che presso i Punti e gli Agrimercati di Campagna Amica diffusi su tutto il territorio e, in particolare: a Novara in largo Leonardi la prima e terza domenica del mese; a Galliate in via Bianca di Caravaggio il primo e terzo venerdì; a Nebbiuno in piazza Caduti di Nassiriya l’ ultima domenica; a Oleggio in largo Bersaglieri ogni primo e terzo lunedì; a Trecate in piazza Cavour il primo sabato. Ancora, si può firmare negli uffici Coldiretti presenti in modo capillare sul territorio: a Novara, via XX Settembre 40; a Borgomanero, via dei Mille24; a Domodossola, borgata Case delle Rane 10; a Oleggio, largo Bersaglieri 1; a Verbania, via Rigola 44.