Si svolgeranno domani, in Duomo, alle ore 14, i funerali di Sandro Berutti, 79 anni, mancato sabato dopo una malattia che lo aveva costretto a stare lontano, per qualche mese, dagli ambienti che gli erano più familiari. Quegli ambienti novaresi dove lui, Sandrino, conosceva tutto e tutti.
Non era solo Re Biscottino (sebbene quel ruolo sembrava essergli stato cucito addosso tanto gli si addiceva), ma era anche un grande sportivo, amante di diverse discipline, scrittore, profondo conoscitore della Novara storica e attuale.
“Per me era innanzitutto un grande amico – spiega Gianfranco Capra, scrittore e storico novarese – Ci siamo consociuti nel 1950, durante una partita tra le squadre dei rioni della città. Lui era portiere. Poi abbiamo proseguito insieme: Sandro si è diplomato geometra, io ragioniere, ma frequentavamo lo stesso istituto. E’ stato un grande esperto di basket, amava quello sport; nel tempo, si è anche appassionato alle bocce, arrivando a gareggiare perfino in serie B”.
Nel suo libro “Novara non è New York, Sandrino Berutti ha raccontato gli aspetti più reconditi e gli aneddoti meno noti della città in cui non era nato ma era cresciuto, fino a questo momento insieme ai tantissimi amici che aveva coltivato negli anni. Vedovo, lascia due figli.
La radio era la sua passione: “E’ stato tra i fondatori di Radio Azzurra – continua Capra – Su quelle frequenze proponeva il jazz, genere che amava. Aveva una collezione formidabile di dischi. Era un ragazzo molto intelligente, abbiamo collaborato insieme a diversi giornali del territorio, ma era soprattutto l’uomo che conosceva la sua città. Era un Novarese verace. Era Re Biscottino, inteso come colui che ama e vuole difendere la sua città, tutti i giorni della sua vita. Ci mancherà moltissimo!”.