Avere un cane è come avere un bambino: nessun luogo comune, solo la realtà. Quando si decide di avere un animale domestico, occorre innanzitutto la consapevolezza di oneri e onori che ne conseguono. Oneri soprattutto. Perchè un cane, alla stregua di un bebé, va accudito, seguito, assecondato ed educato. Compiti che di giorno in giorno richiedono tempo, sacrificio e passione, nonchè un dispendio di risorse economiche che bisogna mettere in conto.
Nel Novarese, i problemi che le associazioni, con i loro volontari, si trovano ad affrontare quotidianamente, sono molteplici e di non poco conto. Succedono fatti che fanno riflettere e sui quali è necessario intervenire.
“Ultimamente – spiega Cristina Mera, presidente di Lida (Lega italiana diritti degli animali) – capita spesso di vedere allevatori del tutto improvvisati che fanno fare ai propri cani cucciolate senza alcun controllo od autorizzazione. Purtroppo, in molti casi, si tratta di razze di cani anche pericolosi che se non educati e tutelati in modo corretto rischiano di creare guai seri. Quando si tratta di razze potenzialmente pericolose, ci vuole un’attenzione maggiore nella cura del cane. Vendere o regalare cuccioli di rottweiler, ad esempio, senza microchip, senza visite di controllo o vaccinazioni, è rischioso non solo per il cane stesso, ma anche per la gente che gli sta intorno, specie quando diventano grandi. La maggior parte delle volte, le “adozioni” di questi cani vengono fatte in modo quasi del tutto illegale: ricordiamo però, quando si decide di prendere un cane, che quest’ultimo deve essere iscritto regolarmente all’anagrafe canina, con tutte le conseguenti incombenze che necessitano“.
Cose che succedono anche a Novara. E quando chi ha adottato o comperato il cane si rende conto di non essere in grado di gestirlo, allora si rivolge alle varie associazioni di volontariato del settore, chiedendo di prendersi il cane o di trovargli una famiglia adottiva. Stessa cosa che succede quando ci sono problemi economici: “Ci sono tante famiglie che hanno difficoltà a dare da mangiare ai propri animali – continua Cristina – Puntualizziamo subito che, ormai da qualche tempo, quando ci chiamano per questo tipo di situazioni chiediamo la dichiarazione Isee per capire se si tratti davvero di una questione economica. In tal caso, con le poche risorse che ha l’associazione e con l’impegno dei volontari interveniamo per nutrire il cane, valutando, se è il caso, una possibile altra adozione. Se il cane ha vissuto fino a quel momento nel nucleo familiare dove magari madre o padre hanno all’improvviso perso il lavoro, cerchiamo di continuare a farlo vivere in famiglia perchè costituisce un valore aggiunto. In altri casi, cerchiamo nuovi affidatari“.
Ma ci sono tanti altri casi anche più gravi se vogliamo: persone che hanno preso cani particolari, magari cani nati per fare la guardia alle greggi o per inseguire le volpi, e, dopo due anni di vita in appartamento, si rendono conto che l’animale ha bisogno di altri spazi ed è insofferente. Quindi decidono di cederlo. “Così come è successo altre volte: ragazzi giovani che prendono un cucciolo, lo portano a casa e questo cucciolo (magari derivante da razze incrociate) diventa enorme e, in casa, non ci sta più e crea scompiglio ad eventuali anzini o persone presenti. Così lo mettono sul balcone. I vicini ci chiamano e anche lì cerchiamo di intervenire”.
E poi ci sono i casi in cui si ha già uhna situazione precaria e si va a prendere un cucciolo di rotweiller o doberman oppure, ancora, gente che sta bene e si prende un cane magari per il capriccio dei figli e poi se ne vuole liberare perchè è impegnativo uscire ogni mattina dal proprio appartamento e fare una passeggiata per i bisognini. Mattino e sera, sempre che sia sufficiente.
Insomma, ci vuole consapevolezza per avere un animale. E quando insorgono tali problemi, spesso e volentieri, se non ci fossero i volontari delle varie associazioni nessuno li risolverebbe.
“Serve più collaborazione tra istituzioni e mondo del volontariato – prosegue Mera – Noi interveniamo fin dove è possibile e finchè le nostre risorse ce lo consentono, ma serve anche altro“.
Per questo motivo, sabato prossimo 3 ottobre (dalle 15.30), nella sala del consiglio provinciale, in piazza Matteotti, si svolgerà la seconda parte dell’iniziativa “Io cammino“, promossa da Franceso Iodice, consigliere comunale impegnato nel campo ambientale e della tutela degli animali, un gruppo di associazioni e persone per sensibilizzare il territorio novarese sui temi del sociale, della tutela delle risorse naturali e della gestione del rapporto uomo-animale. Un incontro per creare quella rete necessaria ad affrontare, e risolvere, i problemi che, sotto questi aspetti, via via si pongono in città.
All’evento, patrocinato dal Comune di Novara, interverranno esperti locali (Fabrizio Roceri Asl No, Gabriele Torazza Polizia Municipale, l’avvocato Antonio Costa Barbè e personale del Canile sanitario), nazionali e internazionali (Rosalba Matassa, Coordinatore Unità Operativa Tutela Animali del Ministero della Salute e Sara Turetta, presidente internazionale di Save the dogs).