All’indomani di una tragedia che purtroppo ha coinvolto anche Novara, un nostro lettore, Massimo Trolli, ci ha inviato questa lettera, che volentieri pubblichiamo. Una riflessione su quello che sta accadendo, sulla morte e sul dolore, con uno spiraglio di speranza che ancora governa nel cuore di molti.
“All’assassino di Francesco.
Anch’io sono un crociato, povero assassino dell’Isis, come hai voluto fosse Francesco nel togliergli vilmente la vita come ad altri innocenti.
Ma non hai vinto né mai schiaccerai noi crociati come Francesco. Saremo noi i vincitori perché non vorremo mai ucciderti, né costringere i nostri figli a farlo. Noi saremo vincitori a viso scoperto, rischiando la vita per disinnescare le bombe che tu spargi fra la tua gente, cadendo nelle tue imboscate per difendere la libertà del tuo popolo. O per soccorrerti fra onde a te sconosciute, assieme a dei corpi che hai già annientato prima di incontrare il mare. E per accoglierti reduce dalla tua disumanità, nostro ospite che non tradiremo come hai fatto tu.
Non vincerai perché noi rispetteremo l’intelligenza, la dignità e la libertà della tua donna che tu invece annulli, come il suo corpo con i veli.
Vinceremo perché difenderemo sempre i tuoi fratelli che terrorizzi senza pietà con omicidi crudeli che nessun Dio, il nostro o il tuo, può volere. Vinceremo perché sfideremo la tua pazzia per onorare la cultura e la storia del mondo in cui vivi, che tu ignobilmente rinneghi, e perché continueremo a soffrire per i tesori della tua terra che avrai distrutto, sommerso nell’ignoranza.
Tu non potrai mai vincere, leone malato dell’Isis, perché noi crociati come Francesco non uccideremo mai nel nome di Dio, il nostro o il tuo, che non vuole odio e morte ma amore e vita.
Sarà la tua stessa gente a schiacciarti perché non potrà più sopportare che tu nasconda la tua follia dietro un Dio che non ti vuole.
Ed allora non sarà così facile uccidere Francesco!
Massimo Trolli, un crociato novarese come Francesco”.